Carte segrete sull'Iran, quei due minuti di audio che incastrano Trump

"Ho file top secret su Teheran" dice al suo staff. Ma ora smentisce: "Erano ritagli di giornali"

Carte segrete sull'Iran, quei due minuti di audio che incastrano Trump
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Un audio di circa due minuti inchioda Donald Trump e rischia di mettere una pietra tombale sulle sue speranze di tornare alla Casa Bianca. La notizia della registrazione ottenuta dalla Cnn sulle carte segrete portate a Mar-a-Lago al termine del mandato, e in particolare riguardo alcuni documenti su un potenziale attacco all'Iran, era già stata resa nota all'inizio del mese, ma l'audio diffuso ora documenta nei dettagli la conversazione che l'ex presidente americano ha sempre smentito. «Questi sono i documenti» dice Trump parlando con il suo staff, a cui sembra mostrare le carte, mentre discute dei piani di attacco al Pentagono, e aggiunge: «Sono altamente riservati. Poi scherza e sottolinea che Hillary Clinton avrebbe inviato le carte segrete a Anthony Weiner, l'ex marito della sua assistente Huma Abedin ed ex membro democratico del Congresso. «Hillary avrebbe stampato tutto, le stampava sempre le sue e-mail private» afferma ridendo una collaboratrice, e lui precisa: «No, le avrebbe mandate ad Anthony Weiner». Il dialogo fa riferimento allo scontro che l'ex presidente aveva avuto con l'allora capo di stato maggiore congiunto Mark Milley, che si opponeva all'ipotesi di attaccare l'Iran ed era preoccupato che Trump volesse scatenare un conflitto su larga scala. Dopo essersi dichiarato non colpevole per tutti e 37 i capi di imputazione in tribunale, in un'intervista a Fox News The Donald è tornato a smentire che tra i file portati nella sua residenza in Florida ce ne fossero alcuni legati a Teheran. «Si trattava di ritagli di giornali, riviste e articoli, potrebbero essere stati trattenuti o meno, ma non c'era niente da declassificare» ha sottolineato. Il portavoce della campagna di Trump, Steven Cheung, sostiene che «la registrazione audio dimostra, ancora una volta, che il presidente non ha fatto nulla di male». E sul suo social Truth il tycoon (il primo ex presidente a dover rispondere di accuse federali) ripete che «questa continua caccia alle streghe è un'altra bufala per interferire nelle elezioni. Sono imbroglioni e delinquenti». «Lo squilibrato procuratore speciale Jack Smith, lavorando col dipartimento di Giustizia e l'Fbi, ha fatto diffondere illegalmente una registrazione su di me che in realtà mi assolve» prosegue. Ieri doveva essere incriminato a Miami Walter Nauta, il collaboratore di Trump accusato di averlo aiutato a nascondere i documenti classificati a Mar-a-Lago che il dipartimento della giustizia aveva chiesto di restituire, ma l'udienza e' stata rinviata al 6 luglio perchè Nauta non ha ancora un avvocato autorizzato ad esercitare in Florida. E sempre ieri in New Hampshire è andato in scena un duello a distanza ravvicinata - solo 60 km - tra The Donald e Ron DeSantis, il suo principale rivale alle primarie repubblicane. Per il governatore della Florida l'appuntamento era nella cittadina di Hollis, mentre Trump aveva in agenda un pranzo a Concord organizzato dal club delle donne repubblicane.

Nel frattempo la Corte Suprema ha deciso che gli stati Usa non possono cambiare la legge elettorale senza la supervisione del potere giudiziario: una sentenza che va contro la maggioranza repubblicana del North Carolina stabilendo come la Corte suprema non abbia oltrepassato i suoi limiti cancellando una mappa elettorale ritenuta eccessivamente di parte in base alla legge statale.

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