"Cartelle da sanare: sono solo cifre basse e perdita di tempo"

Il capogruppo alla Camera: "Serve un fisco più agile per il rilancio dell'economia"

"Cartelle da sanare: sono solo cifre basse e perdita di tempo"

Onorevole Alessandro Cattaneo, nel corso dell'inaugurazione della nuova sede milanese di Forza Italia Berlusconi ha rilanciato lo spirito del '94. La situazione economica e internazionale però è molto più critica di allora.

«Lo spirito del '94 era incarnato dai nostri valori fondanti, rappresentati in economia dalla scuola liberale. Ed è proprio grazie all'impegno ormai trentennale di Forza Italia se c'è nel nostro Paese una maggiore apertura verso le imprese e verso il protagonismo dei singoli che decidono di aprire una partita Iva. Creando regole semplici e vantaggiose abbiamo fiducia che la persona realizzi qualcosa di importante per sé e per la collettività».

Che poi significa meno tasse e meno burocrazia.

«Questo ci distingue ancora oggi dalla sinistra, proprio perché dicendo meno tasse e meno burocrazia difendiamo il primato dell'individuo rispetto a quello dell'ideologia».

Anche quando ci troviamo in una congiuntura economica da «tempesta perfetta»?

«Forse proprio in periodi come questo è ancora più necessario avere coraggio e puntare sulla libertà dell'individuo. È giusto che lo Stato protegga e difenda i fragili e chi vive un momento di necessità. Ma la strada per rialzare la testa non può che essere quella dell'iniziativa del privato».

Un modo elegante per bocciare con tatto il Reddito di cittadinanza.

«È l'emblema di una visione dello Stato che noi combattiamo. Facendo riferimento soprattutto alla disoccupazione giovanile il Reddito di cittadinanza sembra quasi dire al giovani: Aspetta che sia un centro per l'impiego a chiamarti e nel frattempo prendi il Reddito. Li paghiamo per non lavorare in attesa che un soggetto terzo li chiami. Il nostro modello di società dice invece all'imprenditore: assumi un giovane, sfrutta il suo potenziale e noi come Stato togliamo di mezzo tasse e burocrazia. Così si favorisce la crescita e la competitività».

Il governatore della Calabria Roberto Occhiuto, pur apprezzando l'idea del governo, chiede un rinvio all'abolizione del Reddito facendolo precedere da misure sull'accompagnamento al lavoro.

«Condivido l'idea di impegnarci nelle politiche attive sul lavoro. Credo però sia meglio puntare sulla formazione. Noi siamo i primi a sollecitare la creazione di nuovi indirizzi tecnici nella scuola. Se da un lato ci sono sinistra e Cinquestelle che cronicizzano il bisogno soddisfatto soltanto dalla politica assistenziale, dall'altro ci siamo noi che invece vogliamo dare ai giovani gli strumenti per entrare nel mondo del lavoro».

I detrattori della flat tax dicono che questa misura favorirebbe in maniera maggiore le partite Iva. Cosa c'è di vero?

«Gli ultimi anni (soprattutto quelli flagellati dalla pandemia) dimostrano al contrario che le partite Iva sono state le più penalizzate. Noi speriamo che la flat tax per le partite Iva rappresenti soltanto un primo passo verso una riforma fiscale che coinvolga anche i lavoratori dipendenti».

A proposito di fisco voi puntate ancora alla rottamazione delle cartelle esattoriali.

«Quando l'Erario dice che ci sono 50 milioni di cartelle esattoriali noi non pensiamo come fa la sinistra che ogni cartella finisca a un evasore. Altrimenti ci sarebbero 50 milioni di evasori. Il più delle volte sono soltanto sanzioni derivanti da una cattiva interpretazione di una burocrazia asfittica. E parliamo di cifre basse. Sanarle significa soprattutto liberare il campo da scocciature e perdite di tempo».

L'idea di favorire l'edilizia alleggerendo il carico di obblighi amministrativi non favorisce una cementificazione selvaggia?

«Prima dei bonus degli ultimi anni l'edilizia era in forte crisi. E noi dobbiamo ora adeguarci a quanto si fa all'estero per la rigenerazione urbana. E i privati hanno spesso difficoltà a riqualificare aree industriali dismesse che da tempo sono in uno stato di abbandono».

Ha citato i bonus per l'edilizia. Voi di Forza Italia però non avete gradito le ultime misure del governo.

«C'è una scadenza il 31/12, anticiparla al 25 novembre

metterà in difficoltà tante imprese e famiglie che hanno firmato contratti. C'è un tema gigantesco che è quello della cessione dei crediti con tante imprese a rischio fallimento. E su quello dobbiamo trovare risposte adeguate»

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