Casaleggio gonfia i palloncini (e la cassa)

Elogia chi si impegna senza tornaconto nel M5s. Lui invece guadagna...

Casaleggio gonfia i palloncini  (e la cassa)

«Adoro i gonfiatori di palloncini». Davide Casaleggio, amministratore unico del Movimento pentastellato, deve essersi svegliato in vena di sentimentalismi, ieri. Oppure, come ha prontamente notato un burlone su Twitter, «deve essersi pippato troppo elio».

E così si è slanciato in uno stravagante elogio dei «gonfiatori» e ha postato sul blog una foto di variopinti palloncini, corredata dai suoi pensieri. «I gonfiatori di palloncini sono spesso invisibili, ma sono le nostre fondamenta», è l'assunto. E l'oscura metafora prosegue: «Il gonfiatore di palloncini è contento di aver reso qualcuno felice, senza aspettarsi nulla in cambio. Il gonfiatore di palloncini é distratto da se stesso perché concentrato a consegnare i palloncini a chi li merita. Il gonfiatore di palloncini sa che se tiene per sé i palloncini gli potranno essere sempre sottratti, ma la soddisfazione di averli donati invece sarà sua per sempre. Il gonfiatore di palloncini sopravvive di quello che riceve, ma vive dei palloncini che dona». E via strologando. Gli esegeti del pensiero pentastellato si sono messi subito al lavoro, per analizzare e decrittare i messaggi in codice dell'Erede: «Che avrà voluto dire?». L'ipotesi più gettonata è che il gonfiatore sia lui, o la Casaleggio Srl, o il Movimento, che poi sono la stessa cosa, e che le palle siano il prodotto da loro gonfiato e «donato» al popolo per aiutarlo a «completare il suo sogno». Altri sottolineano che i meet-up pentastellati siano da tempo in fibrillazione per alcune scelte compiute dai vertici nella compilazione delle liste. Ma la frase più significativa, però, la si trova in calce al verboso sproloquio: «Fai una donazione a Russeau» (la piattaforma attraverso la quale si controllano le attività del partito).

Già, perché sarà pure vero che «i gonfiatori di palloncini non si aspetta nulla in cambio» dei medesimi palloncini, ma fino a un certo punto. Perché, come spiega lo stesso Casaleggio, l'alacre gonfiatore «sopravvive di quel che riceve». Non che riceva poco: è stato calcolato che, dopo il recente boom elettorale, l'azienda milanese padrona di Russeau, di cui lui è unico socio, riceverà quasi 100mila euro al mese dai 333 eletti del partito a Cinque Stelle. Per essere messe in lista, infatti, i candidati grillini hanno sottoscritto una sorta di contratto con il quale si vincolano a versare 300 euro al mese ciascuno, dallo stipendio pubblico che ricevono da Senato e Camera, a Russeau. In cinque anni di legislatura, posto che la legislatura duri, fa praticamente sei milioni di euro, puliti puliti. «È vero che le altre formazioni politiche chiedono una cifra maggiore come obolo, ma è anche vero che vanno al partito, non a un'azienda privata», ricorda l'ex grillino Lorenzo Andraghetti su Lettera 43.

«E pagare una quota del proprio stipendio al partito è diverso che dare soldi ad un'impresa sulla quale l'eletto non ha nessun controllo mentre, al contrario, quell'impresa ha il controllo quasi totale su di lui». Alla faccia dei «gonfiatori di palloncini».

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