Caso Boccia, Giuli sentito per un'ora dai pm. Spuntano altri guai giudiziari per l'influencer

Il ministro ascoltato sull'allontanamento del capo di gabinetto

Caso Boccia, Giuli sentito per un'ora dai pm. Spuntano altri guai giudiziari per l'influencer
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«Mi hanno convocato semplicemente come persona informata sui fatti». Alessandro Giuli, ministro della Cultura, spiega il perché della sua visita, ieri, a Piazzale Clodio, dove è stato sentito per circa un'ora dal procuratore Francesco Lo Voi e dall'aggiunto Giuseppe Cascini a proposito dell'inchiesta che vede Maria Rosaria Boccia indagata per lesioni e violenza o minaccia a corpo politico in seguito all'esposto-denuncia presentato dal predecessore di Giuli, Gennaro Sangiuliano.

E se l'altro giorno a sfilare nell'ufficio di Cascini era stato l'ex capo di Gabinetto di Sangiuliano (confermato da Giuli e poi silurato venerdì scorso in quanto «è venuta meno la fiducia» con il neoministro), Francesco Gilioli, seguito da una visita dei carabinieri alla sede del ministero per acquisire documentazione utile all'indagine, oggi anche il numero uno del dicastero della Cultura, Giuli, ha messo a verbale ciò che sapeva della questione. Mantenendo su tutto il più assoluto riserbo. E chiarendo, al momento di lasciare gli uffici giudiziari di essere andato lì «solo come teste». Scegliendo infine di non rispondere a chi gli chiedeva conto dell'apertura di una indagine proprio al riguardo di Gilioli, l'uomo che avrebbe per primo sollevato dubbi sull'opportunità di conferire un incarico al ministero a Boccia. Nessun commento, stavolta, da Boccia, che aveva postato sui suoi social la notizia dell'acquisizione di documenti dal ministero e che, nel suo ultimo post, aveva ricordato che nella vita non conta «vincere o perdere» ma «essere un giocatore e non una pedina». L'influencer 41enne e mancata collaboratrice per i grandi eventi di Sangiuliano, comunque, ieri è stata ancora protagonista sui giornali in quanto, come ha rivelato il Fatto Quotidiano, sarebbe coinvolta in un'altra inchiesta, stavolta senza alcuna attinenza con l'ex ministro della Cultura. A iscriverla nel registro degli indagati sarebbe stata la procura di Pisa per una ipotesi di reato che non è stata resa nota, ma che ricadrebbe tra i reati contro il patrimonio, e l'avviso di garanzia le sarebbe stato notificato nella settimana appena trascorsa nella sua casa di Pompei da uomini delle fiamme gialle di Torre Annunziata.

Stando a «indiscrezioni» citate dal Fatto, la questione sfociata in indagine sarebbe relativa a «fatti risalenti al 2021, epoca Covid, e consumati in un piccolo paesino della provincia di Pisa». Sul profilo Instagram della donna, l'unico post che ha una qualche connessione con la Toscana, nel 2021, è relativo a un contest per cosmetici.

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