Caso Ior, Caloia lascia la Fabbrica del Duomo

Caso Ior, Caloia lascia la Fabbrica del Duomo

MilanoUn passo indietro, sofferto ma inevitabile, dagli importanti incarichi che aveva ancora a Milano. Un gesto dovuto, se si pensa ai riferimenti etici del professor Angelo Caloia, che più volte aveva accusato la finanza bianca di aver venduto l'anima, di aver perduto «l'identità cristiana». Presidente dello Ior dal 1989 al 2009, oggi accusato dal tribunale vaticano di un reato gravissimo: peculato, per vicende avvenute tra il 2001 e il 2008. Uomo un tempo vicino ai cardinali Sodano e Casaroli, sospinto fuori dallo Ior dal cardinal Bertone. Politicamente amico degli ambienti prodiani e della finanza di Bazoli, Fazio, Geronzi, anche se da loro aveva a volte preso le distanze.

Caloia si è dimesso, lasciando il suo importante ruolo di presidente della Veneranda Fabbrica del Duomo. Uomo immagine e grande fund raiser della cattedrale, ha scelto di sganciare la sua persona oggi nelle turbolenze dall'incarico delicatissimo e dal luogo che è il simbolo della Chiesa di Milano, anche se paradossalmente a gestire la Veneranda Fabbrica non è l'arcivescovo né la Curia ambrosiana.

È in una lettera al cardinale Angelo Scola che Caloia annuncia di aver rassegnato al cda della Fabbrica le dimissioni dagli incarichi milanesi. Si professa innocente: «Sconcertato, attonito e profondamente avvilito, sono a rassicurarla sulla mia totale estraneità ai fatti. In attesa di avere la possibilità di chiarire la mia posizione nelle opportune sedi giudiziarie ho ritenuto comunque doveroso compiere tale passo». Caloia ha lasciato anche gli incarichi alla Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale e il Collegio Borromeo di Pavia.

La lettera di Caloia, che parla di dimissioni date il 7 dicembre, è stata resa nota ieri pomeriggio, dopo che a mezzogiorno il cardinale Scola aveva affrontato la questione con i giornalisti. Dimissioni di Caloia? «Voi sapete che la Fabbrica del Duomo dipende ultimamente dal ministero dell' Interno» ha osservato Scola, alludendo allo statuto: il cda è composto da sette membri, due indicati dal vescovo e cinque dal ministero dell'Interno, sentito l'arcivescovo. Tra costoro viene poi eletto il presidente che dal 2008 è Angelo Caloia. Nominato sotto l'episcopato di Dionigi Tettamanzi, Caloia è stato confermato dalla Veneranda Fabbrica quando arcivescovo era Scola. A Milano era partita la carriera di Caloia: prof. della Cattolica, uomo forte per la Cariplo ai tempi di Martini, si era visto sbarrare la strada da competitori agguerriti. La chiamata da Roma lo aveva lanciato per un ventennio allo Ior. Poi, il rientro a Milano, alla Fabbrica del Duomo.

Scola ha anche commentato il momento spiritualmente difficile di Caloia: «Di fronte a questo tipo di prova dobbiamo

riflettere su noi stessi: mettersi di fronte a Dio, domandare se sono realmente disponibile alla conversione e al cambiamento. E poi aspettiamo l'esito del lavoro che la magistratura vaticana farà». Nell'attesa, le dimissioni.

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