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Il caso Maugeri tappa dopo tappa

L'ex presidente della regione Lombardia Robert Formigoni è stato condannato per corruzione nel processo sulla Fondazione Maugeri di Pavia

Il caso Maugeri tappa dopo tappa

Dopo un’odissea giudiziaria durata sette anni, Roberto Formigoni è stato condannato dal Tribunale di Milano per corruzione e i cosiddetti fondi neri della Fondazione Maugeri di Pavia. L'ex governatore della Lombardia dovrà ora scontare una condanna di 5 anni e 10 mesi.

Ripercorriamo dunque il caso giudiziario. Era l'aprile del 2012 quando vengono arrestati - con l'accusa di avere sottratto 56 milioni di euro dalle casse del polo ospedaliero pavese - l'ex assessore alla Sanità Antonio Simone, il direttore amministrativo della struttura sanitaria Costantino Passerino, il consulente Gianfranco Mozzali, il commercialista Claudio Massimo e l'uomo d'affari Pierangelo Daccò. Ai domiciliari il presidente della Fondazione, Umberto Maugeri.

Le accuse mosse a vario titolo dalla procura di Milano sono riciclaggio, appropriazione indebita, associazione per delinquere, frode fiscale, fatture false. Trai nomi che compaiono nelle carte dei magistrati, anche quello di Roberto Formigoni.

Dopo diversi mesi di indagini - il sequestro di una barca, mille bottiglie di vini pregiati per un valore di oltre 300mila euro, decine e decine di immobili, auto, moto e quote di società, una cinquantina di conti correnti e diversi faldoni di carte - il 22 luglio 2012 l'allora procuratore Bruti Liberati rese noto che anche l'ex senatore era indagato per corruzione aggravata.

Per i pm, infatti, Formigoni avrebbe favorito la Maugeri in cambio di una lunga lista di benefit per un valore complessivo di 8 milioni di euro. Il 10 aprile 2014 il Tribunale di Milano dispone il sequestro preventivo di tutti i conti dell'ex governatore per un valore complessivo di 49 milioni di euro. Pochi giorni dopo arrivano le prime condanne e la fondazione San Raffaele patteggia un milione di euro di sanzione pecuniaria e altri 9 milioni le vengono confiscati. Il 18 novembre 2015, invece, a patteggiare è l'ex presidente della Fondazione, Umberto Maugeri, che si accorda con la Procura per una pena di 3 anni e 4 mesi e un risarcimento di 3 milioni e 850mila euro. Formigoni, invece, in aula cerca difende il proprio operato.

Il 15 aprile 2016 la Procura chiede per lui una condanna a 9 anni di carcere e il 22 dicembre 2016 Formigoni viene condannato dai giudici della decima sezione penale di Milano a 6 anni di carcere per corruzione, mentre per i giudici non è provata l'accusa di associazione a delinquere.

Il 22 maggio 2018, nel corso del processo d'appello, i coimputati Daccò e Simone decidono di patteggiare rispettivamente 2 anni e sette mesi e 4 anni e otto mesi di carcere. Anche Formigoni chiede di patteggiare ma la Procura rigetta l'istanza perché non ritiene congrua la pena. La sentenza arriva il 19 settembre 2018: i giudici della Corte d'Appello portano la pena di Formigoni a 7 anni e mezzo di carcere.

Dunque, oggi, 21 febbraio 2019 la corte di Cassazione condanna in via definitiva Roberto Formigoni a 5 anni e 10 mesi.

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