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Caso Suomahoro, sequestro a vuoto: solo pochi spicci. Continuano i controlli Roma ferma le fatture

Ancora punti oscuri attorno alle coop gestite dalla suocera e dalla compagna del deputato

Caso Suomahoro, sequestro  a vuoto: solo pochi spicci. Continuano i controlli Roma ferma le fatture

C'è una regola per chi lavora con la pubblica amministrazione per la quale se non si è in regola con il Durc, ossia con i contributi previdenziali, non è possibile ricevere il pagamento delle fatture ma soprattutto ottenere appalti. Eppure nel corso degli anni le cooperative della famiglia del deputato Soumahoro hanno ottenuto appalti e ricevuto pagamenti da enti pubblici quali Comuni, Regione e Anci nonostante avessero difficoltà nel pagamento degli stipendi mensili e si presume anche dei contributi relativi. Ad accorgersi che qualcosa non andava è stato il Comune di Roma. Intanto, da Latina emerge come il sequestro preventivo ordinato dalla procura sui conti degli indagati sia andato pressoché a vuoto: dei 650 mila euro sono rimasti pochi spicci.

Tanti, troppi i punti ancora oscuri legati alle cooperative gestite da Marie Therese Mukamitsindo, Liliane Murekatete e Michel Rukundo. Il Comune di Roma alcuni giorni fa ha fermato il pagamento di due fatture alla coop Karibu per assenza del Durc. Si tratta di un documento che attesta la regolarità nel pagamento dei contributi Inps, Inail eccetera da parte di una azienda. Per lavorare con la pubblica amministrazione è fondamentale in quanto in assenza dello stesso gli enti pubblici non sono autorizzati a pagare. Roma aveva impegnato in bilancio quasi 5 milioni di euro in favore della Karibu pagando oltre 3 milioni. Le ultime due fatture, però, per un importo complessivo di circa 60 mila euro, sono state fermate e il Comune provvederà a versare le somme necessarie all'Inps al posto delle cooperative della suocera e della moglie del deputato Aboubakar Soumahoro. A nessuno però nei mesi passati, prima che l'inchiesta esplodesse, è venuto in mente che potesse esserci qualcosa che non andava, nemmeno in seguito alle denunce pubbliche dei sindacati rispetto ai mancati pagamenti degli stipendi di diversi dipendenti. Nel corso di venti anni di attività con la pubblica amministrazione, le cooperative dei Soumahoro hanno incassato dallo Stato circa 65 milioni di euro. Una questione su cui forse ora stanno accendendo i fari anche gli inquirenti, impegnati a controllare i bilanci 2020 e 2021. In quest'ultimo, tanto per fare un esempio, la coop aveva debiti tributari che superano il milione di euro. La sensazione è che gli enti con cui le coop dei Soumahoro lavoravano non abbiano approfondito i controlli. È stato infatti sufficiente che lo facesse il comune di Roma Capitale per accorgersi che mancava un documento fondamentale.

Nel frattempo emerge che il sequestro preventivo di circa 650 mila euro ai tre indagati familiari di Soumahoro, è stato un buco nell'acqua.

La procura ha trovato solo spicci nei conti correnti di Marie Therese Mukamitsindo, Liliane Murekatete e Michel Rukundo.

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