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"Il catasto non si tocca". Stop del centrodestra alla stangata rossa

Fi, Lega e Fdi ribadiscono il no all'aumento dell'Imu. La riforma fiscale resta al palo

"Il catasto non si tocca". Stop del centrodestra alla stangata rossa

La riforma del catasto non passerà. Dopo qualche incomprensione tra i partiti di centrodestra, il convegno del coordinamento dei legali di Confedilizia, l'associazione della proprietà immobiliare, ha ribadito l'unità d'intenti contro qualsiasi ipotesi di aumento dell'imposizione. Una presa di posizione che indurrà di sicuro il premier Mario Draghi e il ministro dell'economia, Daniele Franco, a una profonda riflessione sulla strada da seguire per il ddl delega sulla riforma fiscale.

«Bisogna evitare la riforma degli estimi catastali, che potrebbe comportare il rischio dell'aumento del prelievo fiscale. Forza Italia ha bocciato questa ipotesi, che il governo non potrà percorrere. Bisogna poi estendere la cedolare secca, una forma moderna di trattamento fiscale, anche per affrontare la crisi delle locazioni commerciali», ha dichiarato Maurizio Gasparri (Fi) nel corso del proprio intervento. Posizione condivisa anche da Claudio Borghi (Lega). «È offensivo rivederla riproposta, come se quella discussione non ci fosse mai stata», ha dichiarato ricordando il documento congiunto delle commissioni Finanze di Camera e Senato. Identica valutazione anche per Andrea de Bertoldi (Fdi): «Bisogna discutere sul dato di fatto che va ridotta la tassazione in Italia e sugli immobili in particolare». A tirare le somme il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, che ha sottolineato come sia «auspicabile» che il no alla riforma sia definitivo.

D'altronde, secondo una simulazione della Uil, l'aggiornamento degli estimi potrebbe produrre un incremento del 128%, ossia più che raddoppiare il gettito Imu sulle seconde case. Si potrebbero, dunque, garantire oltre 20 miliardi di euro in più dei quali la parte sinistra della maggioranza (Pd e Leu, i Cinque stelle sono contrari al ritocco delle rendite) è in cerca per sostenere i propri progetti: dai pensionamenti flessibili a un incisivo taglio del cuneo fiscale sui redditi medio-bassi.

Non è un caso che il governo abbia rinviato la discussione sul ddl delega per laa riforma fiscale (così come quella sul ddl Concorrenza che è una riforma qualificante prevista dal Pnrr) perché argomenti troppo divisivi nel bel mezzo di una campagna elettorale. È probabile così che la prossima settimana sia presentato in Consiglio il solo dl «taglia-bollette» cui dovrebbe spettare una dotazione di almeno 3,5 miliardi per evitare rincari monstre dal primo ottobre. Nella settimana a ridosso del primo turno occorrerà comunque affrontare uno dei due nodi anche se - tra varo della Nadef e della legge di Bilancio - è probabile che la formulazione della delega fiscale resti vaga così come il documento delle commissioni parlamentari. Costrette a mettersi d'accordo sui principi, ma fondamentalmente divise sia nel metodo da adottare che nel merito della politica fiscale. «L'aumento delle tasse? Non sta né in cielo né in terra», ha detto ieri Matteo Salvini.

E su questo tema difficilmente potrà essere smentito.

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