I segreti della magistratura

Il cattivo Palamara batte il buonista Carofiglio nel derby in libreria tra ex magistrati

"Il Sistema" scritto insieme a Sallusti ha già venduto oltre 47mila copie

Il cattivo Palamara batte il buonista Carofiglio nel derby in libreria tra ex magistrati

In vetta alle classifiche di vendita, c'è uno scontro fra ex magistrati, Luca Palamara (radiato) e Gianrico Carofiglio (decadenza dall'impiego). Il primo ha scritto un libro intervista con Alessandro Sallusti, direttore del Giornale, intitolato Il sistema, uscito il 26 gennaio per Rizzoli. Il secondo ha scritto un giallo, La disciplina di Penelope, uscito per Mondadori il 21 gennaio. Anche la protagonista, Penelope era in magistratura; adesso solitaria e un po' depressa decide di prendere in mano un cold case, un caso dalla conclusione poco convincente, quindi da riaprire. Sallusti e Palamara invece rivelano la storia segreta della magistratura, tra giochi di potere, politica e affari.

I numeri hanno emesso il seguente verdetto: Il sistema è primo in classifica con 47.823 copie vendute; La disciplina di Penolope è al secondo posto con molto meno della metà di copie vendute (19.091). La terza classificata, Valérie Perrin, quella di Cambiare l'acqua ai fiori (edizioni e/o), è a distanza siderale (6228 copie) anche se va detto che è nella top ten da quando portavamo i calzoni corti.

Il giudice «brutto, sporco e cattivo» (Palamara) affonda il giudice bello, karateka e testimonial vivente del politicamente corretto (Carofiglio). Il genere è completamente diverso, e per questo balza all'occhio ancora di più la performance de Il sistema: raramente un saggio sopravanza un giallo senza pretese ma di un autore molto apprezzato e pubblicizzato quale indubbiamente è Carofiglio. Significa che è accaduto qualcosa, 47 mila copie sono un successo molto considerevole, lo dicono le statistiche, e magari perfino insperato dall'editore.

Il Sistema

Però, se ci pensi un attimo... La storia d'Italia, soprattutto dal 1992 in poi, è stata segnata dalle inchieste giudiziarie. Una parte, piuttosto vasta, della popolazione ha notato lo strano andamento delle medesime, indirizzate, a stragrande maggioranza, verso il centrodestra. Mentre a sinistra erano, e sono, tutti santi. Le conseguenze di quella stagione, gli anni Novanta, sono state disastrose. L'abuso di alcuni strumenti (carcerazione preventiva in testa) ha messo a serio rischio la nozione di diritto; la dubbia imparzialità ha lasciato il segno su imputati convinti di non avere avuto un giusto processo; la fuga di notizie che passavano dalla procura direttamente alla prima pagina ha fatto il resto. Non che la cittadinanza sia esente da colpe: il garantismo, in Italia, non ha mai trovato terreno troppo fertile. La magistratura ha sconfinato e ha assunto un ruolo politico che non dovrebbe esserle proprio. La politica, per contro, ha cercato di pilotare le nomine e le carriere, in cerca di un assetto favorevole alla propria parte. Sono brutte vicende, e si sono sempre svolte dietro le quinte. Ora Palamara e Sallusti alzano il sipario e ci mostrano il panorama.

Al lettore il compito di decidere se è devastante o accettabile (bello possiamo escluderlo).

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