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Il cattolico con tre lauree che si batte per la natalità

La rapida scalata di Fontana: difensore delle identità conta su una rete di amministratori e parlamentari

Il cattolico con tre lauree che si batte per la natalità

L'ultima volta che pochi giorni fa ho incontrato il neo eletto Presidente della Camera Lorenzo Fontana, è stato di fronte a un banchetto di libri a margine di una conferenza. Aveva in mano una copia de L'egemonia culturale di Gramsci e sotto braccio altri cinque-sei libri sul pensiero controrivoluzionario e conservatore. Dopo averli sfogliati con attenzione, ha deciso di comprarli tutti, pagandoli, cosa non scontata per una figura che è stato due volte ministro, vicepresidente della Camera e vicesegretario della Lega. Ma soprattutto sono libri che leggerà, come emerge ascoltando i suoi interventi, un aspetto inusuale in un panorama politico non proprio costituito da accaniti lettori (per usare un eufemismo). D'altro canto non è da tutti avere tre lauree, in scienze politiche, storia e filosofia e Lorenzo Fontana, oltre ad essere un appassionato lettore, ha anche pubblicato un libro scritto a quattro mani con Ettore Gotti Tedeschi intitolato «La culla vuota della civiltà. All'origine della crisi». L'argomento è uno dei temi che sta più a cuore al neo Presidente della Camera: la natalità.

In questi anni Fontana ha portato avanti le sue battaglie politiche insieme a un'intensa attività culturale fatta di convegni, articoli, interviste, conferenze a sostegno dei temi che più gli stanno a cuore come la difesa della famiglia, la cristianofobia, il problema del calo delle nascite. Fontana si definisce un politico identitario, è un fervente cattolico sposato con il rito antico ed ha una figlia.

Non è una figura comparsa dal nulla o un parvenu della politica ma ha alle spalle una lunga militanza nella Lega ed è anzitutto un politico di territorio. Originario di un quartiere popolare di Verona dove è nato nel 1980, ha sempre mantenuto uno stretto legame con la sua città (è un tifoso sfegatato dell'Hellas Verona), è stato consigliere comunale dal 2007 al 2009, anno in cui viene eletto europarlamentare, per poi essere rieletto nel 2017. Dopo una parentesi di nuovo come consigliere comunale e vicesindaco della città scaligera, nel 2018 entra in Parlamento alla Camera venendo prima eletto vicepresidente e poi nominato ministro per la famiglia e le disabilità. Nel luglio 2019 diventa ministro per gli affari europei fino alla caduta del governo Conte I per poi tornare in parlamento alle elezioni di questo settembre.

Vicino a Matteo Salvini (con cui è stato collega all'Europarlamento), dal 2016 è vicesegretario federale della Lega ma ha sempre mantenuto ottimi rapporti sia con Giancarlo Giorgetti sia con il fondatore Umberto Bossi. Non è un caso che nel suo discorso di insediamento abbia ringraziato il Senatur testimoniando il legame con il partito che prescinde da correnti o fantomatiche divisioni interne. Alla dimensione territoriale Fontana unisce una vocazione nazionale rappresentando nella Lega il riferimento dell'area identitaria che si ramifica in dirigenti, consiglieri comunali, parlamentari ed europarlamentari. Il concetto di identità è centrale nella sua visione politica sia a livello locale sia internazionale attraverso il concetto di Europa dei popoli (è responsabile Esteri della Lega).

Nel suo discorso di ieri alla Camera ha affermato: «Il ruolo del Parlamento non deve prescindere dalla valorizzazione delle diversità e non deve cedere all'omologazione» aggiungendo: «L'Italia deve dare forza alla propria peculiare natura senza omologarsi a realtà estere più monolitiche e a culture che non diversificano». Un discorso ricco di riferimenti al cattolicesimo, da Papa Francesco «che rappresenta un riferimento spirituale per la maggioranza dei cittadini italiani» fino a Tommaso d'Aquino e al Beato Carlo Acutis che testimonia la sua forte fede.

Da qui nascono le sue posizioni sulla famiglia e sui temi etici che già in passato hanno portato a un'ondata di odio e attacchi nei suoi confronti ripetuti nelle ore passate da parte della sinistra. Fa riflettere che quando venne eletta Laura Boldrini a Presidente della Camera, è stata presentata come una figura «istituzionale», ora che il centrodestra ha scelto Lorenzo Fontana, viene attaccato in modo isterico e scomposto dalla sinistra.

È il segno che il centrodestra ha fatto la scelta giusta.

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