Mentre Silvio Berlusconi ribadisce di voler «combattere» per la sua «agibilità politica» e torna a ripetere di essere pronto a «restare in campo» per continuare «con dedizione» la sua «opposizione responsabile a questo governo», nel centrodestra entra nel vivo il dibattito su primarie e alleanze. Le prime sono destinate a dividere Forza Italia e, c'è da scommetterci, non si faranno nonostante l'insistenza di Raffaele Fitto e di chi si è schierato con lui. Le seconde, invece, riportano al centro del dibattito i delicati equilibri tra gli azzurri e il Ncd di Angelino Alfano che è ormai dilaniato tra chi vorrebbe un'alleanza di sistema con Berlusconi a chi invece arriva a teorizzare per le prossime regionali un accordo con il Pd (illudendosi che Matteo Renzi sia pronto ad accoglierli a braccia aperte).
Il quadro, insomma, si annuncia complesso. La querelle delle primarie, infatti, agiterà le acque dentro Forza Italia. Perché in Calabria ed Emilia Romagna (regioni che andranno al voto a novembre) non si faranno, mentre in Puglia (dove si voterà nella primavera del prossimo anno) Fitto ha già messo in moto la macchina con tanto di kermesse a Monopoli a cui la scorsa settimana hanno preso parte tutti i dirigenti locali pugliesi. Il punto, però, è che da piazza San Lorenzo in Lucina sarebbe già partita la controffensiva, con l'invito al Ncd a trattare l'alleanza sul tavolo nazionale a Roma. Inutile, insomma, fare le primarie con Ncd, Udc, Fdi e società civile se poi il nome del candidato a governatore della Puglia verrà deciso a Roma. Anche se proprio ieri Giorgia Meloni, presidente di Fdi, ha in qualche modo fatto da sponda a Fitto rilanciando le primarie come «strumento per rifondare il centrodestra». Che anche il segretario della Lega Matteo Salvini la pensi così non è un mistero, come pure che tra i tre siano in corso contatti proprio per creare un fronte pro-primarie.
E proprio di alleanze si parlerà oggi alle 15 quando si riunirà la commissione Candidature e programmi nominata la settimana scorsa da Berlusconi. Presieduta da Altero Matteoli e composta da Renato Brunetta, Paolo Romani, Denis Verdini e Giovanni Toti, ha il compito di selezionare le candidature e avviare le trattative con gli alleati in vista della tornata amministrativa dei prossimi mesi. Ed è chiaro che uno dei dossier sul tavolo sia proprio il rapporto con il Ncd, con cui è tra l'altro già in programma un incontro in settimana mentre già oggi dovrebbero incontrarsi Matteoli e Gaetano Quagliariello. Una trattativa che si annuncia complessa. Non solo perché il leader di Forza Italia ha fatto chiaramente capire di essere sì favorevole ad una riunificazione ma di non poter dare garanzie ad Alfano che chiede di mantenere un ruolo di primo piano (poltrone non posso prometterne a nessuno, è stato il ragionamento di Berlusconi), ma soprattutto perché la spaccatura dentro il Ncd è nettissima: da una parte Maurizio Lupi, Luigi Casero, Nunzia De Girolamo, Giuseppe Scopelliti, Barbara Saltamartini, decisi a riallacciare i rapporti con Forza Italia; dall'altra Fabrizio Cicchitto, Renato Schifani e Beatrice Lorenzin che pare non ne vogliano sapere.
Intanto, in collegamento telefonico con il raduno dei giovani di Forza Italia a Giovinazzo (in provincia di Bari), Berlusconi ribadisce di volersi battere per la sua «agibilità politica».
«Ho combattuto per più di vent'anni per resistere agli attacchi, alle menzogne e alle calunnie che mi sono state rivolte contro e dice l'ex premier sto combattendo ancora, dopo una sentenza infondata e inverosimile, per riconquistare la serenità, la dignità, il prestigio e l'agibilità politica».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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