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Il Cav teme l'autunno caldo: meglio Renzi che la Troika

Il leader di Forza Italia mette in guardia il suo partito: l'alternativa al governo Renzi è un esecutivo eterodiretto dall'Unione europea

Il Cav teme l'autunno caldo: meglio Renzi che la Troika

«Lo so bene che è impopolare, ma al momento non ci sono alternative alla linea dell'opposizione responsabile. Tanto non si andrà a votare a breve, a prescindere dalla tenuta del Pd e del governo». Nel lungo via vai di parlamentari e dirigenti azzurri che entrano ed escono da Palazzo Grazioli per quasi tutto il giorno, Silvio Berlusconi non nasconde i suoi timori sulla linea tenuta da Forza Italia in questi mesi. Non solo per il sondaggio di Datamedia che ieri registrava un 13,3% per gli Azzurri con un arretramento dell'1,7 rispetto alla scorsa settimana e non tanto per la fronda interna agitata da Raffaele Fitto che ieri sera ha nuovamente riunito 34 tra deputati e senatori a lui vicini chiedendo un'opposizione «non ambigua».

Che ci siano delle criticità, infatti, l'ex premier lo sa bene. Ma è pure convinto che Forza Italia debba continuare a comportarsi «in maniera leale»: dal patto del Nazareno sulle riforme al Jobs Act. Se Matteo Renzi rispetterà gli impegni presi – è il senso dei ragionamenti fatti in privato da Berlusconi – non saremo certo noi a mettere da parte gli interessi del Paese. A costo di dover fare i conti con un calo di consensi, tanto – è la convinzione del leader azzurro – qualunque cosa dovesse succedere nel Pd o nella maggioranza di governo è praticamente escluso che il Quirinale decida di sciogliere le Camere. Berlusconi, insomma, è d'accordo con Renzi quando manda a dire alla fronda del Pd che se dovesse cadere dopo di lui arriverebbe un governo tecnico eterodiretto dalla Troika (Fmi, Bce e Commissione Ue). Di qui la disponibilità a «dare un contributo» a Renzi in vista di un autunno che il leader di Forza Italia immagina «caldissimo» non tanto per il Jobs Act, quanto per l'approvazione della legge di Stabilità.

Detto questo, l'ex premier è convinto che sia arrivato il momento per provare a rilanciare il partito. Di qui, la convocazione per oggi a mezzogiorno dell'Ufficio di presidenza di Forza Italia (allargato ai coordinatori regionali), occasione in cui Berlusconi dovrebbe tenere una relazione agli Azzurri e provare anche a sedare la fronda interna (ma Fitto è sul piede di guerra, tanto che ha già pronto l'intervento per la riunione di oggi). Formalmente l'appuntamento servirà a lanciare la stagione congressuale, con le assise comunali e provinciali che dovrebbero aprirsi da novembre. Un modo per far prendere quota al tesseramento azzurro e cercare di ripianare il bilancio di Forza Italia, così in rosso che a settembre i dipendenti di piazza San Lorenzo in Lucina non hanno percepito lo stipendio. Non si spiega altrimenti il via libera di Berlusconi ad un rito come quello della conta congressuale che, notoriamente, l'ex premier non ama affatto convinto che non vengano premiati i più meritevoli ma solo i signori delle tessere. Senza considerare che in Puglia, Campania e in parte di Lazio e Sicilia la pattuglia fittiana è pronta ad andare alla conta e portare a casa diversi coordinatori provinciali.

Non è un caso che incontrando a Palazzo Grazioli i Seniores di Forza Italia guidati da Enrico Pianetta Berlusconi abbia annunciato un cambio di passo dentro il partito, spiegando che i dirigenti sul territorio non saranno più nominati dall'alto ma eletti. Non è un'apertura alle primarie, visto che l'ex premier continua a ripetere in privato che chi le chiede «scimmiotta» la sinistra e niente altro.

Però significa che i congressi eleggeranno i loro rappresentanti, almeno fino al livello di coordinatore provinciale.

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