Le interpretazioni di alcuni quotidiani che hanno raccontato di una sorta di sponda offerta da Forza Italia a Matteo Renzi per il siluramento del governatore della Banca d'Italia non gli sono proprio andate giù. E così Silvio Berlusconi tra comunicati mattutini e l'intervento pubblico davanti alla platea dei giovani di Confindustria pianta alcuni paletti e si mostra tutt'altro che disponibile a benedire le entrate a gamba tesa del segretario del Pd.
«La sinistra ha sempre avuto smania di nominare i suoi uomini dopo le elezioni, ora lo vuole fare anche prima. Credo che un controllo sull'attività della Banca d'Italia vada fatto di sicuro, ma vada fatto dentro la legislazione», per questo «abbiamo creato la commissione parlamentare di inchiesta sulle banche, per fare un'indagine» dice il leader di Forza Italia. «Dalla commissione emergeranno inadempienze o meno della Banca d'Italia ma non si può fare un accordo al di fuori della Costituzione, che è la legge primaria e tutti dobbiamo osservare».
Quando gli viene chiesto chi vedrebbe bene alla guida di Via Nazionale il presidente di Forza Italia la butta sullo scherzo e glissa. «Non ho un nome eccetto il mio perché saprei fare tutto». In mattinata, invece, con un comunicato articola il suo pensiero e punta il dito contro la scorrettezza istituzionale del Pd. «La Banca d'Italia, come tutti sappiamo, appartiene all'Eurosistema e la sua indipendenza è sancita nei trattati che hanno istituito la Banca centrale europea. Quando si intacca in qualche modo la sua autorevolezza si scalfisce l'intero sistema bancario europeo e si incide, negativamente, sulle relazioni internazionali del nostro Paese, messe ai margini dall'improvvida iniziativa parlamentare dei giorni scorsi del Partito democratico e del suo segretario, Matteo Renzi».
«La sinistra ha da sempre avuto nel suo Dna la voglia spasmodica di occupare tutte le posizioni di potere» insiste Berlusconi. «Una volta lo facevano dopo le elezioni, stavolta, sentendo l'odore della sconfitta, lo stanno provando a far prima, anche con comportamenti disdicevoli e istituzionalmente scorretti».
Per quanto riguarda le crisi che hanno colpito il nostro sistema bancario e finanziario negli ultimi anni «la posizione di Forza Italia è sempre stata cristallina». «Siamo stati noi per primi - spiega il leader di Forza Italia - a chiedere e volere con forza l'istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta per far luce su quanto accaduto. Vogliamo trasparenza e verità, sulla finta crisi e la relativa speculazione sullo spread, su Banca Etruria, su Monte dei Paschi, sulle Banche Venete, sui conflitti di interessi all'interno del governo in questi ultimi anni. Su tutto. Vogliamo trasparenza e verità per le centinaia di migliaia di risparmiatori e di piccoli azionisti che in questo disastro hanno perso tutto. Cerchiamo le risposte per loro, e per capire chi ha sbagliato. Vogliamo capire chi doveva vigilare e non l'ha fatto abbastanza, e su questo non faremo sconti a nessuno. In merito a Banca d'Italia noi siamo per il totale rispetto di una nostra fondamentale istituzione e per salvaguardare in ogni modo la sua autonomia. Mai trascinare Via Nazionale in scontri tra gruppi politici o partiti».
E conclude così: «Per questa ragione non abbiamo accettato l'atteggiamento avuto in
Parlamento dal Partito democratico e abbiamo denunciato il loro opportunismo fuori luogo e pericoloso per la nostra democrazia. Abbiamo tenuto, noi, un comportamento limpido. Non siamo e non saremo mai come la sinistra».
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