Il Cavaliere sul palco si lancia tra la gente e seduce il pubblico

Roma«Mi date un microfono senza fili?». La richiesta rivolta agli organizzatori risuona come il segnale che Silvio Berlusconi ha voglia di fare sul serio e concedersi fino in fondo alla sua gente. Nessuna distanza con la platea. Il presidente di Forza Italia scende tra i corridoi e dialoga direttamente con militanti e fan, come ai vecchi tempi, tra gag, siparietti e un entusiasmo tutt'altro che scalfito dagli anni. In stile convention del '94, o forse modello Fininvest anni '80, il Cavaliere dà vita a un vero e proprio « one man show » di quasi due ore allo Spazio Novecento dell'Eur.

La prima battuta è per Maurizio Gasparri, scovato tra i giovani del partito: «E tu che ci fai qui?». A lui e ad Altero Matteoli, riserva però un pubblico encomio, lodandone la genuina passione politica. Poi passa in rassegna i ragazzi posizionati sul palco a fargli da cornice. «Tu hai la cravatta, bravo; tu no, ma va bene lo stesso, dai. Tu... mi dai il numero di telefono?». Poi duetta con un'anziana signora, fan sfegatata, che si dice «innamorata del suo cervello, anche se l'unico ad averne uno migliore era quello della buonanima», Benito Mussolini. L'ex premier non si lascia scappare l'occasione e replica: «Venga qui, signora, perché la faccio innamorare anche del mio fisico...». E si toglie la giacca tra le risate generali.

Non è l'unica gag che l'ex premier si concede. Berlusconi scherza sull'età e sul desiderio di essere ancora in prima linea. «Mi sono guardato allo specchio e mi sono trovato non particolarmente vecchio: guardi che bella pelle. Mi sono guardato e mi sono detto: ce la puoi fare». E poi ancora: «La cosa drammatica di avere 80 anni è che è venuta da me una bella signora e non ho osato farle un complimento. A 80 anni c'è chi continua a fare la corte alle donne, ma spera che non ci stiano, e chi la fa ma non si ricorda più per cosa. Io continuo a essere toccato dalla grazia femminile e considero un atto di generosità fare un complimento: non soltanto alle donne, ma anche agli uomini».

«Presidente, per i voti serve il porta a porta!», grida un signore. Berlusconi non se lo fa ripetere due volte e sfodera uno dei suoi cavalli di battaglia: il ricordo degli anni di studio dai Salesiani: «Ero bravissimo nel porta a porta. Andavo a vendere gli abbonamenti alla rivista Gioventù Missionaria. È lì che ho imparato la tecnica. Ho vinto per tre anni di seguito il concorso per chi faceva fare più abbonamenti e il secondo classificato faceva il 20% del totale dei miei».

C'è tempo per ricordare la sequenza storica dei «processi politici». «Io ho una cultura in materia, partono da Socrate. Poi, mi hanno detto di non dirlo, ma anche Gesù ha avuto un processo politico. Poi ci sono i processi staliniani e infine i processi a Berlusconi. Quando sarò meno giovane scriverò un libro».

Infine una rivendicazione su due successi dimenticati: «Nessuno si ricorda che l'Alta Velocità e l'Expo sono opera mia. L'Expo era già assegnato a Smirne. Ho dovuto impegnarmi in una battaglia con il mio amico Erdogan per ottenerlo».

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