U na serata caldissima a Dallas, la temperatura aveva toccato i 40 gradi durante il giorno. Ma questo non ha impedito a centinaia di persone di scendere nelle strade e marciare verso il municipio per protestare contro la polizia, che pochi giorni fa aveva ucciso a sangue freddo due afroamericani in Minnesota e in Louisiana. La tensione era ed è alta in tutti gli Stati Uniti, dove la comunità nera si sente presa di mira e denuncia gli abusi delle forze delle ordine, che ultimamente non hanno riguardo nell'usare le armi quando fermano un sospetto di colore.
Il corteo pacifico di Dallas era scortato su entrambi i lati da decine di poliziotti, pronti a prevenire qualsiasi violenza. Ma alle 20,58 (le 2,58 in Italia) all'improvviso si sono sentiti degli spari. Arrivavano dall'alto. Era un cecchino in agguato, che aveva nel mirino gli agenti di polizia. La folla presa dal panico e si è dispersa disordinatamente, mentre i proiettili continuavano a sibilare. Dodici poliziotti sono rimasti a terra, quattro morti sul colpo. Gli altri otto sono stati ricoverati d'urgenza negli ospedali, ma per uno di loro non c'è stato nulla da fare. Nella sparatoria sono rimasti feriti anche due civili. Una strage. «Pensiamo che i killer si siano posizionati in tre punti diversi, coordinandosi per colpire quanti più agenti potevano al passaggio del corteo», ha spiegato il capo della polizia di Dallas, David Brown, quando ancora si pensava che i cecchini fossero quattro.
«Hanno sparato decine di colpi ha raccontato un testimone Provenivano dai tetti». Ad assistere al massacro anche l'ospite di un albergo, Ismail Dejesus, che ha filmato dalla finestra l'esecuzione di un poliziotto. «Aveva un fucile AR-15 (fucile d'assalto, ndr), si è nascosto dietro una colonna e ha cominciato a sparare. Sembrava tutto ben preparato». Il killer era sceso da un Suv in mimetica e quando un agente si è avvicinato gli ha sparato a bruciapelo. «Sembrava un'esecuzione. Quando è caduto lo ha colpito alla schiena tre o quattro volte».
La caccia è scattata immediatamente con Polizia, Fbi e servizi segreti in azione. Il cecchino è stato individuato in Micah Xavier Johnson 25 anni, riservista dell'esercito americano addestrato militarmente e premiato anche per la sua attività militare a Kabul. È stato ucciso mentre era asserragliato da ore in un garage, dove aveva piazzato diverse trappole esplosive. Dopo aver negoziato invano con la polizia e aver annunciato che «la fine sta arrivando», è saltato in aria con le sue stesse bombe quando gli artificieri hanno mandato un robot per disinnescare gli esplosivi. Le forze dell'ordine hanno arrestato anche altre tre persone, non si sa ancora se siano semplici sospetti, complici o ulteriori cecchini. Si tratta di due uomini che sono rimasti bloccati nel traffico, mentre cercavano di fuggire su una Mercedes, e di una donna afroamericana che era vicino al garage dove è saltato in aria uno dei killer. Dallas è stata presidiata fino all'alba da auto civetta e blindati delle squadre speciali. Bus e treni sono rimasti fermi, mentre alcune zone della città sono inaccessibili perché non è ancora escluso che ci siano altri killer in circolazione.
Durissima la reazione del presidente Barack Obama, il quale dopo aver detto che «la violenza contro le forze dell'ordine non può mai essere giustificata» e che il facile accesso alle armi è un rischio che l'America deve valutare, ha affermato che «la giornata di oggi è un monito: ci ricorda quanto dobbiamo agli agenti di polizia, ai quali si deve esprimere la più grande gratitudine».
Ma poche ore prima, il presidente aveva anche criticato le forze dell'ordine, spiegando che gli episodi dei neri uccisi dagli agenti in Louisiana e Minnesota dimostrano come i cittadini di colore siano più sorvegliati e controllati. «Un pregiudizio che va estirpato», ha sentenziato Obama.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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