Da lunedì torna la possibilità di frequentare le chiese per assistere alle funzioni religiose, grazie a un protocollo firmato qualche giorno fa tra governo e Cei. Naturalmente andranno conciliate la libertà di culto con la tutela della salute pubblica e individuale. Ogni parrocchia preparerà dei vademecum con le regole da seguire, che sono per lo più le stesse.
La regola base è quella del buon senso e della responsabilità. Potrà accedere in chiesa solo chi non ha sintomi legati al Covi-19 o comunque una temperatura corporea superiore ai 37,5 gradi. I fedeli dovranno indossare mascherine e dovranno rispetta la regola di igienizzarsi le mani con i prodotti messi a disposizioni all'ingresso dell'edificio sacro. Sarà consentito e anzi incoraggiato l'uso di guanti usa e getta. Regole queste che valgono non solo per i fedeli ma anche per i sacerdoti e gli altri religiosi.
Naturalmente all'interno della chiesa dovrà esserci un numero di persone atto a garantire l'adeguato distanziamento. Per questo si è stabilito il linea di massima una capienza massima di 200 persone per le chiese più grandi, e di 1000 per funzioni all'aperto. È il parroco però a stabilire la capienza specifica legata alla superficie della chiesa. I fedeli dovranno disporsi sui banchi a distanza di sicurezza, possibilmente a scacchiera anche per evitare di avvicinarsi troppo quando si è inginocchiati. Anche lo svolgimento della funzione andrà adeguato alla situazione: niente coro, niente scambio del segno della pace, comunione celebrata possibilmente da un solo celebrante, che deve avere mani igienizzate e coperte da guanti e sul volto la mascherina, ostia deposta nelle mani del fedele, niente «amen» a voce alta in risposta alla formula «il corpo di Cristo» ma espresso interiormente e con un inchino. Le file devono ovviamente essere fatte rispettando le distanze.
In molte chiese in queste ore si stanno compiendo le operazioni di adeguamento, mentre a Firenze una grande azienda farmaceutica ha donato 900 litri di gel igienizzante alla diocesi.
Naturalmente riaprono anche le moschee e le sinagoghe.
Le intese siglate dal premier, Giuseppe Conte, dalla ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, e dai rappresentati delle comunità di fede presenti in Italia individuano, per ciascuna comunità, le precauzioni da adottare tenendo conto delle singole specificità. Per tutte è comunque disposto il distanziamento sociale, l'obbligo di utilizzare mascherine e guanti e l'igienizzazione dei luoghi di preghiera.
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