"Cellulari alla guida da punire penalmente. Attenzione ai rinnovi"

L'associazione delle famiglie delle vittime, parla la presidente Silvia Frisina: "Per gli over 80 serve la visita ogni anno"

"Cellulari alla guida da punire penalmente. Attenzione ai rinnovi"
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Il camionista non ha frenato. E si è schiantato sulle auto incolonnate sulla A1. Forse stava guardando il telefonino. Di sicuro non si è reso conto che tutti si erano fermati.

Come è possibile mettere fine alle stragi "per distrazione"? Ne parliamo con Silvia Frisina, vicepresidente dell'associazione Afvs dei familiari delle vittime della strada.

Non sappiamo ancora se l'autista del tir era al telefonino o no. Ma un incidente mortale su quattro è causato dalla distrazione o dall'uso del cellulare al volante. Tutto questo nonostante controlli e multe. Le nuove regole non bastano?

"Stare sul telefonino mentre si guida è un reato, non dimentichiamolo. Le punizioni sono diventate più severe ma la vera riforma non va fatta nel codice della strada ma all'interno del codice penale, considerando la guida al telefonino un'aggravante, al parti della guida in stato di ebbrezza e sotto stupefacenti. Del resto il telefonino è la prima causa di morte in autostrada".

Emblematica la foto dell'autista del pullman dei bambini di Como, che ha provocato la morte della maestra in uno schianto in galleria.

"Terrificante. Quell'immagine è uno specchio sociale, che deve far riflettere sulla totale sottovalutazione del rischio. Non solo l'autista guidava mentre guardava il telefono, ma teneva il cellulare con due mani e non aveva la cintura. Bisogna fare più educazione stradale: paradossalmente i 60enni sono quelli che più sottovalutano il rischio, molto più delle giovani generazioni".

Altri 3 incidenti tremendi sono stati causati da tre anziani che, a pochi giorni di distanza, sono entrati contromano in autostrada, a Novara, Bardonecchia e Parma.

"Come associazioni proponiamo due cose. Uno: segnaletiche e sensori nelle rampe e lungo l'autostrada per segnalare chi entra contromano e fermarlo subito. L'anziano che ha causato la morte di tre persone vicino a Novara invece ha percorso 7 km senza che nessuno lo fermasse. E come secondo elemento, chiediamo di correggere il meccanismo del rinnovo delle patenti, a qualsiasi età, ma soprattutto agli anziani".

Servirebbero visite più approfondite oltre a quella della vista?

"Sì, il rinnovo della patente oggi avviene sulla base di controlli blandi. Invece è bene verificare le capacità cognitive, la presenza di patologie, i riflessi della persona che si mette al volante. E soprattutto bisogna che a 80 anni il rinnovo avvenga ogni anno e non ogni due anni. Non certo per limitare la libertà della persona ma per garantire sicurezza. Noi portiamo avanti queste istanze, sta poi al legislatore cambiare le cose. E speriamo sul serio che il limite dei controlli venga abbassato".

Gli incidenti stradali coinvolgono più gli anziani o dai neo patentati?

"I dati Istat appena pubblicati, raccontano di un duplice allarme: tra gli over 80 e tra i ragazzi di 20-24 anni. Il tasso di mortalità tra gli 85 e gli 89 anni è del 103,8% e tra i ventenni dell'84,7%. Di fatto le fasce più coinvolte negli incidenti riguardano le due categorie agli estremi: i meno esperti e i più fragili".

Anche la categoria dei camionisti fa paura. I controlli sui tir sono sufficienti?

"Sono molto fitti. Ci sono controlli rigidi sugli orari e i tempi della guida, sui tir così come sui pullman.

Gli autisti sono costretti a fermarsi per le soste per rientrare nei parametri. È un obbligo che garantisce sicurezza. E poi ci sono i giorni off, tipo i fine settimana estivi, in cui i mezzi pesanti non possono circolare".

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