C he nella Lega sia successo qualcosa lo dimostrano i centomila di piazza Duomo (tanti secondo gli organizzatori alla manifestazione di ieri, 50mila per le forze dell'ordine) che hanno applaudito un nigeriano. È Toni Iwobi, appena nominato responsabile del partito per l'immigrazione e che dal palco ricorda come «la clandestinità è un reato in tutto il mondo, ma non in Italia». E che lui è leghista «perché la Lega è l'unico partito che difende la legalità». Al suo fianco Matteo Salvini che detta le parole d'ordine dopo aver vinto le lacrime dell'emozione di fronte alla piazza piena: «Difesa dei confini, basta all'operazione Mare nostrum, lavoro agli italiani e mai una moschea in Italia per chi seppellisce le donne sotto il velo». Annunciando che «martedì a Strasburgo chiederò a Marine Le Pen di aiutarmi ad abolire il Trattato di Schengen per poter controllare i confini».
Sul palco torna anche Umberto Bossi. Il primo bersaglio è il ministro dell'Interno. «Angelino zerbino - dice uno striscione - sei tu il primo clandestino». E poi «Se prendo l'ebola contagio Alfano». Non solo una sgradevolezza del greve folclore leghista, perché sul palco sale Gianni Tonelli, il segretario del Sap (Sindacato autonomo di polizia) che racconta come «siamo costretti a lavorare a mani nude, rischiando l'ebola e prendendo scabbia e turbecolosi». Tre ore di corteo prima di entrare tutto in quella piazza Duomo che la scomunica della curia avrebbe voluto negare alla Lega. Perché il direttore della Caritas ambrosiana don Roberto Davanzo, aveva tuonato contro «toni eccessivamente allarmistici che possono innescare nei singoli paura e toni allarmistici». La risposta nelle parole di Roberto Maroni che da ex ministro dell'Interno mostra la pagina dell'inglese Guardian dove si dice che «in Italia quest'anno sono arrivati clandestini 12mila minori e di questi 3mila non si sa dove siano finiti: rapiti per il lavoro nero, lo spaccio di droga e lo sfruttamento sessuale. Un orrore di cui è responsabile Mare nostrum ». Ricordando che quando lui era ministro «il problema si affrontò e si risolse con i respingimenti, si va lì e si impedisce che partano». Souad Sbai, onorevole di origini marocchine, tuona contro le «1.400 moschee nascoste che ci sono in Italia dove si annida l'estremismo islamico e le donne sono sottomesse e costrette all'infibulazione». Per Mario Borghezio «oggi nasce una Lega senza confini né geografici, né politici perché nelle trincee del 15-18 a difendere la Patria c'erano anche calabresi, siciliani e romani, proprio come oggi». Sfilano i sardi e la bandiera con sos battor moros , ma la novità sono i 1.300 militanti di Casa Pound che rinunciano al Tricolore per impugnare, oltre alla loro tartaruga, le bandiere «anti Ue», con una croce rossa sopra il blu e le stelle dorate. «Nasce una cosa nero-verde? Non lo so - risponde il leader Gianluca Iannone - Sull'immigrazione, la difesa dei confini e l'abolizione dell'euro abbiamo le stesse idee». Poi vessilli della Russia e foto di Vladimir Putin. «Dicono che ho incontrato un dittatore? Il vero dittatore - dice Salvini - non è Putin, ma Matteo Renzi. Io farei cambio immediatamente».
Dal Veneto il governatore Luca Zaia che sottolinea come centomila leghisti «abbiano sfilato senza sfasciare vetrine, bruciare una macchina o aggredire poliziotti».
Mentre è preso d'assalto a Genova Pegli un pullman di leghisti e solo i poliziotti arginano la manifestazione di centri sociali e sinistra radicale a cui si sono aggregati i «grillini» e l'Associazione partigiani. In tutto nemmeno 3mila che però vandalizzano il percorso con scritte tipo «Lega uguale ebola».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.