Centri sociali, sindacalisti ed ex partigiani Striscioni ma niente scontri con gli agenti

Paola FucilieriMilano La carica dei mille è formata da ragazzini del centro sociale «Il Cantiere», scalmanati e fracassoni, da fricchettoni con l'orecchino, da sindacalisti muniti del bandierone rosso d'ordinanza, accompagnati da qualche partigiano infreddolito e da nostalgici politicanti comunisti dai capelli argento che si fanno intervistare con un certo compiacimento da una tivù. Stretti perlopiù nei loro eskimo, tutti non vedono l'ora che la manifestazione, prevista per le 18, prenda il via e parta. Invece il serpentone di gente comincia a muoversi lento solo poco prima delle 19. Un copione trito e ritrito, persino tenero, quello dei partecipanti alla marcia di ieri sera intitolata «Memoria antifascista». Che, riunitisi in zona Pagano, all'angolo tra via Pallavicino e via del Burchiello, hanno voluto costeggiare il perimetro della Fiera fino a raggiungere il Portello e piazzale Lotto, per manifestare la loro contrarietà alla prima convention del gruppo parlamentare europeo Enf (Europa delle Nazioni e delle Libertà) in corso a porte chiuse proprio a due passi da lì, al Mico, il Milano centro congressi di via Gattamelata. Naturalmente nel mirino c'erano l'organizzatore del meeting, il segretario della Lega Nord ed europarlamentare Matteo Salvini, nonché la sua invitata speciale, la leader del Front National Marie Le Pen. Due obiettivi ben precisi, in particolare il leader del Carroccio. Contro il quale i giovani del «Cantiere» hanno speso slogan quasi simpatici, del tipo «Lega la Lega» o «Gattini contro Salvini». E altri molto meno («Ruspe su Salvini»).Segni avversi alla convention c'erano già stati martedì notte, con i muri della sede milanese della Lega di via Bellerio sporcati di vernice rossa, ma anche nella tarda mattinata di ieri, quando una decina di contestatori avevano rovesciato simbolicamente del letame e lasciato uno striscione di protesta all'angolo tra via Colleoni e via Gattamelata, cioè a due passi dal Mico. Esattamente lo stesso punto dove un gruppo di giovani manifestanti del corteo di ieri sera (vestiti con tute bianche e il volto rigorosamente coperto) ha lanciato fumogeni e piccoli fuochi d'artificio contro le transenne di sbarramento che impedivano di raggiungere la vera e propria area della Fiera.

Tuttavia il corteo non si è segnalato per momenti eclatanti da richiedere interventi di ordine pubblico, nonostante l'imponente schieramento di polizia e carabinieri sempre a distanza di sicurezza: non c'è mai stato un contatto diretto tra polizia e manifestanti. E se si eccettuano le molte scritte «No Lega» sull'asfalto di viale Teodorico, il bilancio a livello di danni può dirsi contenuto.

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