Il centrodestra fa quadrato e difende Berlusconi dall'attacco del Pd: no ai veti

Lega e Fdi: se si candida lo votiamo compatti. Tajani replica a Letta: Saragat fu eletto ed era leader di partito

Il centrodestra fa quadrato e difende Berlusconi dall'attacco del Pd: no ai veti

«Manca ancora un'era glaciale alle elezioni per il Quirinale», lo va ripetendo il governatore del Veneto Luca Zaia ogni volta che viene interpellato sull'argomento (sarà infatti tra i grandi elettori, ndr) però le idee sono chiare. «Vorrei un presidente della Repubblica che spinga quotidianamente perché questo Paese diventi federalista - spiega il governatore -, punti alla modernità e lasci indietro questo Medioevo. Silvio Berlusconi al Colle? Lo voterò sicuramente se sarà il candidato del centrodestra. Come voterei Draghi se fosse scelto dalla nostra coalizione, anche se ritengo che quest'ultimo stia facendo un ottimo lavoro a Palazzo Chigi».

E andando in giro a chiedere pareri e pronostici la risposta, dalle parti della coalizione di centrodestra è più o meno questa. L'importante è arrivare coesi al voto e quindi alla scelta del candidato.

Interpellato un giorno sì e uno no, Matteo Salvini conferma che Berlussconi sarebbe un ottimo candidato. E assicura che il centrodestra sarà protagonista del voto per il Colle. Intanto, però, porta avanti la sua idea di un confronto collegiale tra tutte le forze politiche dopo il voto della legge di Bilancio. Ma è proprio su questa idea che ha dei dubbi Giorgia Meloni. La leader di Fratelli d'Italia non giudica l'ambizione del capo leghista di vestire i panni del kingmaker, però solleva dubbi sull'utilità di questa idea quando si dice che il centrodestra è unito e con un candidato. Interpellata all'assemblea della Coldiretti, la Meloni si è espressa nello stesso modo di Zaia. «Berlusconi? Sicuramente è ancora in campo - spiega la leader di Fratelli d'Italia - ma ne parleremo soltanto a gennaio. Proprio come dice Letta».

Intanto, il coordinatore azzurro Antonio Tajani continua a ripetere che Berlusconi non è candidato. E per paradosso deve difenderlo da chi ne ha già fatto un candidato sicuro. Come Enrico Letta (che non vuole un segretario di partito al Colle) e come il grillino Luigi Di Maio. Che addirittura mette in guardia il Cavaliere dicendo che potrebbe essere «impallinato» proprio dai suoi. E lo stesso Giuseppe Conte boccia l'idea del leader azzurro al Quirinale («non lo voteremo»).

«Berlusconi? Ancora non si è candidato - replica Tajani -, ma come noi non mettiamo veti non li accettiamo nemmeno». È vero che il gruppo dirigente di Forza Italia da tempo sollecita il Cavaliere sulla candidatura. «Però - aggiunge Tajani - lui ci risponde con un sorriso». Il fondatore di Forza Italia ha solo preteso dai suoi e dagli alleati di coalizione di non fare del suo nome una «bandiera». Sempre dall'assemblea di Coldiretti Tajani replica ancora al segretario dem sull'inopportunità di portare al Colle un capo di partito perché non garantirebbe l'imparzialità istituzionale del ruolo. «Nella storia della Repubblica - aggiunge il coordinatore nazionale degli azzurri - va ricordato che Saragat fu presidente ed era leader di partito, non è vero che quindi un leader di partito non possa essere candidato». Per Tajani, comunque, Berlusconi rimane «il miglior presidente della Repubblica». «Se deciderà di accettare la candidatura - conclude -, spetterà a lui dirlo.

Credo che sarebbe uno straordinario capo dello Stato. Porre, però, dei veti politici dopo che per tanti anni abbiamo avuto un presidente della Repubblica che proveniva dal Partito democratico, mi pare francamente un errore. Bisogna dialogare, discutere, confrontarsi».

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