L'Italia riparte e il centrodestra unito si ritrova sotto un Tricolore lungo 500 metri che, come un enorme rocchetto di filo, viene srotolato a partire da Piazza del Popolo lungo Via del Corso fino a Largo dei Lombardi. Alla fine il selfie dei tre leader con lo sfondo della folla - in questo caso scattato dalla numero uno di Fratelli d'Italia - racconta in una istantanea la peculiarità del momento: i volti di Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani nascosti dalle mascherine nonostante il caldo, l'immagine presa a livello strada e non da sopra un palco, nessun abbraccio o stretta di mano.
La preoccupazione maggiore per tutta la mattinata è però il mantenimento delle distanze. Sì, perché quella che va in scena in una assolata giornata romana è la prima manifestazione politica in cui non si chiede ai dirigenti dei tre partiti di mobilitare la base e farla accorrere in massa, ma piuttosto di limitare le presenze, di sottrarre piuttosto che aggiungere, di convincere la gente a stare a casa, magari con un numero chiuso o deviando la partecipazione verso un più freddo collegamento su Internet. Ma lo smart rallying non funziona come lo smart working e l'appello viene accolto soltanto in parte dal popolo di centrodestra, nonostante la moltiplicazione delle cento piazze e le presenze solamente romane.
Un numero di supporter superiore alle attese si concentra lungo il percorso nel quale viene srotolata la bandiera da record e un assembramento si forma dove giornalisti e telecamere si concentrano. Nel complesso, però, tutto si svolge in maniera ordinata e si esaurisce nel giro di un'ora e mezza, con tante famiglie che guardano incuriosite il passaggio della grande bandiera mentre bimbi e ragazzi impegnati in tutt'altro sciamano sui loro monopattini.
La colonna sonora del mini-corteo sono le voci dei dirigenti dei tre partiti che invitano a mantenere le distanze, gli slogan «libertà-libertà» ed «elezioni subito», l'inno di Mameli intonato a gran voce, gli applausi e gli incoraggiamenti da parte dei simpatizzanti politici verso i leader, qualche insulto per Giuseppe Conte, il malcontento dei cittadini comuni che non nascondono la rabbia e denunciano di essere stati lasciati soli davanti alla crisi. Lungo il percorso sono tanti i cori per «Matteo» e «Giorgia», così come a Largo dei Lombardi parte anche un «Silvio, Silvio» che segue gli eventi da lontano. Salvini è bersagliato dalle richieste di selfie e si concede a tutti. Un negoziante gentilmente gli chiede anche di spostarsi per non impedire l'ingresso al suo negozio, invito subito accolto. Unica nota stonata la voce di un manifestante registrata dal sito Globalist mentre insulta Mattarella: «La Mafia ha ucciso il fratello sbagliato». Frase da cui i tre partiti prendono le distanze: «Ignobili offese», dice Tajani. «Questi insulti sono insulti all'intero Paese», rincara la presidente del Senato Elisabetta Casellati.
«L'Italia non si arrende, per l'orgoglio italiano» è il nome della manifestazione e il popolo di centrodestra mostra di avere voglia di tornare a essere protagonista. Le polemiche i leader le hanno messe in conto. «Per noi c'è sempre una buona scusa per non manifestare mai. Ma il centrodestra esiste e farà le sue manifestazioni», attacca Giorgia Meloni.
«Dicono che neanche oggi potevamo manifestare, quando è nato il governo non potevamo manifestare perché era irrispettoso, il 2 giugno non possiamo perché è irrispettoso, quando c'era l'emergenza Covid non potevamo perché era pericoloso... ma noi facciamo parte di questa Italia, non ci possono togliere i diritti costituzionali».
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