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Il centrodestra si compatta. Leader insieme per il voto

Chiusura domani a Milano e venerdì nella Capitale. A Roma in campo 200 intellettuali conservatori

Il centrodestra si compatta. Leader insieme per il voto

Chiusura della campagna elettorale all'insegna dell'unità. Il centrodestra ritrova l'unità e domani a Milano e venerdì a Roma, i tre leader (Antonio Tajani per Fi, Matteo Salvini per la Lega e Giorgia Meloni per Fdi) saranno insieme per lanciare la volata a Luca Bernardo ed Enrico Michetti. Stop polemiche, così ci facciamo solo del male, serve unità, è il coro unanime. Domani alle 10.30 dovrebbero ritrovarsi a Milano, per poi chiudere a Roma venerdì mattina, forse a Spinaceto, dando così importanza alle periferie e al loro recupero, uno dei cavalli di battaglia della coalizione

A pochi giorni dal voto per il dopo-Raggi, e a due settimane di distanza dalla presentazione a Palazzo Ferrajoli, intanto, il Manifesto conservatore per Roma incassa altre adesioni, dopo essere stato sottoscritto - proprio il 13 settembre scorso - anche dal candidato sindaco per il centrodestra Enrico Michetti.

Il manifesto propone una visione di Roma, non limitata alla Città eterna, che sia in grado «di coniugare libertà, bellezza, cultura, legalità, Mediterraneo, sostenibilità, spiritualità, solidarietà, sussidiarietà con futuro e concretezza». Un documento in dieci punti del quale, spiega il presidente dell'Associazione Guido Carli, e nipote dell'ex governatore della Banca d'Italia, Federico Carli, tra gli ideatori dell'iniziativa, «siamo orgogliosi d'essere promotori». Per Carli il manifesto conservatore «traccia una linea da seguire per affrontare e risolvere la crisi politica e di valori che opprime la nostra città», e proprio salvare Roma e l'Italia, prosegue, «vuol dire coniugare pensieri con professionalità capaci di guidare questo percorso di rinascita».

Ora l'elenco di firme ha superato quota duecento, e tra chi ha sottoscritto il documento, «varato» oltre che da Federico Carli anche dal primo firmatario Giampaolo Rossi, ci sono Vittorio Sgarbi (che Michetti ha già indicato come assessore alla Cultura, se sarà eletto sindaco), il prorettore di Roma Tre Vincenzo Mannino, il vicepresidente del Consiglio di presidenza della Corte dei conti Francesco Saverio Marini, il direttore del reparto malattie infettive dell'ospedale Cardinal Massaia di Asti Francesco De Rosa, il presidente della Sistur, Società italiana di Scienze del turismo, Fabrizio Antolini, il giudice romano Anna Maria Gregori, il cavaliere del lavoro Bepi Lobuono. A firmare il documento anche il ballerino e coreografo Steve Lachance e la presentatrice ed ex deputata azzurra Gabriella Carlucci. Nell'elenco, poi, spicca la presenza di Giorgia Meloni. La leader di Fdi spiega di aver firmato «con convinzione»: «Credo fermamente che l'azione politica debba essere guidata da forti valori di riferimento», come «la difesa della libertà, dell'identità, della memoria nazionale, delle radici classiche e cristiane dell'Europa, dell'idea di Patria». E, secondo la Meloni, proprio il gran numero di adesioni al manifesto da parte di «personalità del mondo accademico, della cultura, del mondo produttivo e delle professioni, smentisce la falsa narrazione di un centrodestra privo di qualità e di classe dirigente per il governo di Roma e dell'Italia».

E ieri la leader di Fdi, ospite di Porta a porta, ha anche detto la sua sulle dichiarazioni del ministro leghista dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, che in vista del voto romano, in un'intervista alla Stampa, aveva fatto una sorta di endorsement a favore di Carlo Calenda. «Quello che ha detto Giorgetti su Roma lascia il tempo che trova», ha spiegato la Meloni in tv, per poi aggiungere: «Francamente, non mi pare che Calenda sia stato un ministro così capace.

Non vorrei che Giorgetti fosse tornato un po' alla Lega prima maniera, quella che a Roma augurava il peggio, per intenderci».

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