Il centrodestra si divide tra garantismo e accuse. Meloni: non cambio idea in base a chi è indagato

Salvini: "Giunta disastrosa, i cittadini votino". Crosetto: "Le toghe vogliono fare i legislatori"

Il centrodestra si divide tra garantismo e accuse. Meloni: non cambio idea in base a chi è indagato
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"Sala innocente fino a prova contraria, ma politicamente è finita". Sul fronte dell'inchiesta milanese che coinvolge il sindaco Giuseppe Sala e la sua giunta, il centrodestra si ritrova compatto su due convinzioni: il garantismo sul piano giudiziario e la netta condanna politica di un'amministrazione ritenuta ormai inadeguata a guidare la città. Non mancano però sfumature differenti, soprattutto sull'intensità con cui vengono richieste le dimissioni del sindaco in carica. Ieri al Tg1 la premier Giorgia Meloni ha ribadito che un avviso di garanzia non dovrebbe portare all'automatismo delle dimissioni. "È una scelta che il sindaco deve fare sulla base della sua capacità, in questo scenario di governare al meglio - commenta la Meloni -. Non cambio posizione in base al colore politico degli indagati. "Le notizie che riguardano l'urbanistica a Milano creano sconcerto e preoccupazione. Non chiedo dimissioni in base a un'inchiesta, ma elezioni per manifesta incapacità amministrativa", attacca il vicepremier Matteo Salvini. Sulla richiesta di dimissioni interviene anche il governatore Attilio Fontana con una posizione più sfumata. "Io sono garantista ma non lo sono a giorni alterni, lo sono per tutte le persone che incorrono in questioni di questo genere".

La linea di Fratelli d'Italia ha toni duri, ma non mancano oscillazioni e differenze anche nel partito di Giorgia Meloni. Ignazio La Russa, presidente del Senato, rimarca che "la giunta Sala si è dimostrata inadeguata" e rivendica di essere stato il primo a smascherare il cosiddetto "Salva Milano" come un provvedimento che "in realtà mirava solo a salvare la giunta". "In Senato lo abbiamo fermato". Un giudizio netto è quello del capo delegazione di Fratelli d'Italia al Parlamento europeo, Carlo Fidanza. "Sala e il Pd hanno reso Milano una città per pochi, persa politicamente e amministrativamente. Il sindaco non ha più il governo della città, non ha più una maggioranza che lo sostenga veramente e, probabilmente, non ha nemmeno più voglia di svolgere un ruolo che gli sta sempre più stretto".

Guido Crosetto, ministro della Difesa, accende i riflettori sul ruolo della magistratura e invoca il garantismo come metodo e regola: "Una parte dell'inquirente milanese si sta sostituendo al legislatore, soprattutto in urbanistica, con interpretazioni pericolose e ideologiche. È un'ennesima occasione per dimostrare chi è garantista sempre, anche quando tocca gli avversari".

Mariastella Gelmini, per Noi Moderati, dà "il benvenuto al sindaco Sala fra coloro che si lamentano degli avvisi di garanzia a mezzo stampa: vale la pena rilevare che è grazie a qualche riforma di un ministro di nome Nordio (su cui la sinistra sta sparando da mesi) che l'assessore all'urbanistica non è agli arresti e avrà la possibilità di spiegare le sue ragioni ai magistrati". Si attesta con decisione sulla linea del garantismo Forza Italia. "Sala non deve dimettersi per ciò che leggiamo sui giornali, ma per come ha governato male Milano", sostiene la vicepresidente del Senato Licia Ronzulli. Alessandro Sorte, segretario regionale in Lombardia, sottolinea che "Forza Italia è e sarà sempre una forza garantista. Non chiederemo mai dimissioni basandoci solo su un avviso di garanzia. E sappiamo bene che, a ruoli invertiti, i nostri avversari avrebbero subito promosso azioni di linciaggio. Al centrodestra diciamo con chiarezza: evitiamo di seguire la linea giustizialista del Movimento Cinquestelle.

Ogni volta che ci troviamo a fare qualcosa che fanno anche loro, dobbiamo porci una domanda semplice ma cruciale: dove stiamo sbagliando?" Una sintesi che fotografa la posizione del centrodestra: la giustizia spetta ai giudici, ma il giudizio politico è già scritto.

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