Il percorso di riavvicinamento delle varie anime del centrodestra non è ancora completato. Certo ieri la coalizione nella sua formazione «storica» ha messo a segno un punto con l'elezione di Stefania Craxi al posto di Ettore Licheri (sostenuto da Pd-M5s e Leu) come presidente della Commissione Esteri. Ma le scorie della lunga trattativa per le amministrative sono ancora da smaltire e anche il vertice dei leader non ha spazzato via tutte le nubi, con la questione della candidatura di Nello Musumeci che va oltre il dissidio locale e assume una valenza politica.
La certezza è che il 12 giugno si apriranno le urne, ma inizierà anche la corsa di fine legislatura verso le Politiche. Otto milioni di italiani saranno chiamati a eleggere il sindaco di 982 comuni, oltre a votare i referendum sulla giustizia. Il 26 giugno ci saranno poi i ballottaggi. Un mega-test con cui tastare il polso degli italiani e avere una indicazione sullo stato di salute dei partiti.
I capoluoghi chiamati al voto sono 26. Il centrodestra è riuscito a produrre scelte unitarie in 21. Forza Italia ad esempio si presenta da sola in un capoluogo, in tre senza Fratelli d'Italia, in uno senza la Lega. Le città dove il centrodestra non si presenta unito sono Catanzaro dove Valerio Donato è appoggiato da Forza Italia e Lega, dopo aver governato quasi ininterrottamente negli ultimi 25 anni, con Sergio Abramo. C'è poi Messina dove Maurizio Croce è sostenuto da Forza Italia, FdI, Udc, Noi con l'Italia e Autonomisti ma non dalla Lega. A Parma Pietro Vignali, civico già sindaco, uscito dalla sua odissea giudiziaria è stato candidato da Forza Italia e Lega ma non da FdI. C'è poi il caso Verona dove il centrodestra si presenta al voto diviso con Lega e Fratelli d'Italia a sostegno dell'uscente Federico Sboarina e con Forza Italia che ha invece deciso di puntare sull'ex sindaco Flavio Tosi.
Le parole dei rappresentanti del centrodestra puntano a non gettare benzina sul fuoco. «Fratelli d'Italia vuole un centrodestra unito, forte, credibile, vincente, soprattutto in grado di mantenere gli impegni con gli italiani e per farlo bisogna essere alternativi al Pd e ai Cinquestelle» dice il capogruppo di Fratelli d'Italia, Francesco Lollobrigida, dopo il vertice in cui Giorgia Meloni ha chiesto nuovamente una clausola anti-ribaltone. L'azzurro Alessandro Cattaneo, già sindaco di Pavia, ricorda che nella sua esperienza come primo cittadino «la nostra coalizione ha sempre dimostrato di sapersi completare nelle diversità. Si coprono tante sensibilità ma c'è una coerenza complessiva e si offrono risposte concrete ai cittadini». Il viceministro leghista alle Infrastrutture Alessandro Morelli ammette che «il centrodestra è in una fase ancora interlocutoria, mi auguro che al più presto si possa trovare una quadra anche in Sicilia che per il centrodestra è una regione fondamentale». Sullo sfondo Forza Italia deve fare i conti con la questione Lombardia e con il contraccolpo della nomina di Licia Ronzulli come coordinatore al posto di Massimiliano Salini.
Il giorno dopo l'intervista critica sia sulla politica estera che sulle nomine al Corriere (poco gradita dalle parti di Arcore), Mariastella Gelmini fa trapelare di avere sollevato questioni politiche e non personali. E alla vigilia della kermesse azzurra di Napoli, torna a chiedere una linea chiara sulla politica estera, augurandosi che «il metodo Salini resti una brutta parentesi».
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