Politica

Centrodestra in subbuglio. L'idea di un intergruppo dei "governativi" (senza FdI)

Si fa sempre più profondo il solco che divide il centrodestra di governo da quello d'opposizione

Centrodestra in subbuglio. L'idea di un intergruppo dei "governativi" (senza FdI)

Si fa sempre più profondo il solco che divide il centrodestra di governo da quello d'opposizione. Al punto che c'è chi ipotizza la nascita di un intergruppo parlamentare che coinvolga tutti i partiti d'area tranne, appunto, Fratelli d'Italia. Con il passare delle settimane, d'altra parte, le posizioni stanno diventando - politicamente parlando - quasi inconciliabili. Così, se martedì scorso alla Camera Lega e Forza Italia avevano deciso di non partecipare al voto sull'ordine del giorno di FdI, ieri in Senato la strada scelta è stata ben più netta. Saldati per il secondo giorno consecutivo sotto l'inedita dicitura «Centrodestra di governo», Lega, Forza Italia, Udc, Cambiamo (di Giovanni Toti) e Noi con l'Italia (di Maurizio Lupi) hanno infatti deciso di votare contro la mozione di sfiducia a Roberto Speranza presentata da Fratelli d'Italia. Una presa di distanza netta da Giorgia Meloni, ritenuta colpevole di aver lanciato «offensive provocatorie», come l'odg sul coprifuoco a Montecitorio o la sfiducia al ministro della Salute a Palazzo Madama. Due passaggi nei quali emergono con tutta evidenza le contraddizioni di chi, come il Carroccio, ha sempre duramente criticato Speranza, ma oggi è impossibilitata a sfiduciarlo senza poi trarne le necessarie conseguenze e lasciare la maggioranza di governo.

Lega e Forza Italia, però, non sembrano aver gradito le accelerazioni degli ultimi giorni della Meloni. E per tutta risposta hanno deciso di dar vita ad un coordinamento permanente, così da raccordarsi al meglio e fare fronte comune proprio contro FdI. Non è un caso, dunque, che negli ultimi due giorni Matteo Salvini e gli azzurri Antonio Tajani e Licia Ronzulli si siano lungamente incontrati con cadenza quotidiana. Così come non lo è l'aver coniato l'espressione «Centrodestra di governo» per definire il raccordo tra Lega, Forza Italia, Udc, Cambiamo e Noi con l'Italia. Che non hanno solo deciso di votare contro la sfiducia a Speranza, ma hanno pure presentato tutti insieme in Senato una proposta di legge per istituire una commissione d'inchiesta bicamerale sul piano pandemico. Un modo per marcare nettamente la differenza da Fratelli d'Italia.

Ma sul tavolo ci sarebbe anche l'idea di formalizzare la prassi degli ultimi giorni con una sorta di intergruppo parlamentare. Che avrebbe come principali obiettivo quello di coordinare l'azione del cosiddetto «Centrodestra di governo», così da controbilanciare l'asse che spesso si crea tra M5s e Pd. Certo, politicamente sarebbe un gigantesco schiaffo alla Meloni che, poco più di due mesi fa, per prima aveva lanciato l'idea di un intergruppo di tutto il centrodestra per «portare avanti il programma elettorale comune» nonostante il diverso posizionamento rispetto all'esecutivo guidato da Mario Draghi. «Formulerò questa proposta a Salvini e Berlusconi e - disse la leader di FdI - mi auguro possa essere accolta».

Non se ne fece nulla. E oggi il tema torna sulla scena, ma senza che la Meloni sia considerata come uno dei potenziali ospiti al tavolo. Sono passati 75 giorni da quando il governo Draghi ha giurato e il solco all'interno del centrodestra si è andato allargando di giorno in giorno. E in questo senso sarà decisivo capire quale è davvero la prospettiva dell'ex banchiere centrale. In molti, infatti, iniziano a ipotizzare che il suo orizzonte non sia il cambio della guardia al Quirinale nel febbraio 2022, ma la fine della legislatura. Che si esaurisce a marzo del 2023.

Se si arrivasse davvero fino ad allora, la tenuta del centrodestra come lo conosciamo oggi sarebbe seriamente a rischio.

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