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Centrodestra, un'altra casella. Occhiuto-Spirlì in Calabria

Fumata nera per Milano: di Montigny-Albertini in pole. Gelmini: "Federazione? Credo in un'alleanza più forte"

Centrodestra, un'altra casella. Occhiuto-Spirlì in Calabria

Non si sbloccano le città, ma si è sbloccata la Calabria, con l'investitura ufficiale di Roberto Occhiuto come candidato governatore. Il vertice di ieri del centrodestra sulle amministrative d'ottobre ha fatto registrare un passo avanti e uno di lato. La scelta definitiva dei nomi per Milano, Bologna e Napoli è stata rinviata per «approfondimenti» di «pochi giorni». In compenso, i partiti hanno indicato il prescelto per la Regione Calabria. Occhiuto, capogruppo alla Camera di Forza Italia, è stato designato in ticket con Nino Spirlì, che è vicepresidente facente funzioni dal 15 febbraio 2020, giorno in cui è scomparsa la governatrice eletta Jole Santelli.

«Eccellente imprenditore e nostro bravissimo capogruppo». Così il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi ha presentato il suo deputato calabrese. E, come il leghista Matteo Salvini, ha fatto sapere di «non vedere l'ora» di tornare in Calabria per la campagna elettorale.

Sciolto definitivamente il nodo-Regione, però, resta da risolvere la questione dei grandi Comuni al voto, a partire da Milano. Il vertice, riunito nella sede dei gruppi alla Camera, ha confermato l'orientamento generale che privilegerebbe dei candidati civici, e la formula dei «ticket»: coppie di personalità in grado di unire forze ed esperienze parlando a settori diversi delle città. Una volta assodato che Fdi ha avuto la soddisfazione maggiore nel ticket romano formato da Enrico Michetti e Simonetta Matone, e che Fi avrà la possibilità di portare avanti il lavoro della compianta Santelli con Occhiuto e Spirlì (in quota Lega), è chiaro che a Milano l'ultima parola tocca al milanese Salvini, che è deciso a puntare su Oscar di Montigny, manager Mediolanum, insieme all'ex sindaco Gabriele Albertini. Le «azioni» di di Montigny sono date in rialzo, ma prima del via libera, Salvini deve incassare la sua definitiva disponibilità e appianare qualche residua resistenza interna. Al vertice non era presente Maurizio Lupi, leader della piccola formazione «Noi con l'Italia». L'ex assessore milanese ha dato forfait per un infortunio - una frattura del polso che si è procurato cadendo in moto - ma qualcuno fra i suoi - e non solo - lo vedrebbe bene come sfidante dell'uscente Beppe Sala. Sul suo conto peserebbe il profilo politico e una sorta di «veto» dello stesso Albertini, che si è detto indisponibile a sostenerlo, suscitando qualche malumore, emerso ieri. Nessuno avrebbe discusso l'ex sindaco come candidato, ma che qualcuno contesta come «king maker». «Dobbiamo scegliere un candidato civico che allarghi i confini del centrodestra - così il coordinatore azzurro Antonio Tajani ha spiegato le difficoltà, tranquillizzando sui tempi - se non sarà possibile trovare un candidato civico, vedremo quali potrebbero essere le soluzioni. L'importante è vincere e governare». «A Napoli - previsione sua - convergeremo sul candidato civico Catello Maresca». E a Bologna è emerso un nome nuovo avanzato da Forza Italia, Ilaria Giorgetti, che si aggiunge agli altri civici Fabio Battistini e Roberto Mugavero.

Sullo sfondo, resta il tema delle prospettive politiche comuni di Forza Italia e Lega. Alleanza, federazione o fusione: la discussione è aperta. «La Federazione non mi ha mai convinto - ha detto ieri il ministro Mariastella Gelmini - perchè è difficile per gli elettori comprendere di che cosa si tratta.

Credo di più ad un'alleanza forte del centrodestra che però deve rimanere plurale, un centrodestra dove Forza Italia ha avuto e continua ad avere un ruolo importante per aggregare l'area moderata, europeista, liberale».

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