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Il centrodestra vuole fatti per salvare l'economia: imposte "congelate" e più aiuti alle partite Iva

Berlusconi: da Conte segnali positivi. Salvini: pronti a collaborare. Verso la "cabina di regia"

Il centrodestra vuole fatti per salvare l'economia: imposte "congelate" e più aiuti alle partite Iva

Roma La tregua per coronavirus tra maggioranza e opposizione si sigla nell'incontro a Palazzo Chigi di lunedì sera, con la promessa del premier Giuseppe Conte a Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani che il prossimo decreto-aprile il governo lo farà insieme al centrodestra. Su input del Quirinale, il capo dell'esecutivo giallorosso accetta le critiche di Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia che non vogliono essere estromessi da decisioni così importanti per il futuro del Paese. «La battaglia - dice a Conte il vicepresidente azzurro Tajani - dev'essere comune, non possiamo essere avvertiti tre ore prima».

E il premier assicura, con il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri e quello della Salute Roberto Speranza, che aprirà un tavolo di confronto con le opposizioni sui prossimi interventi. E che quelli passati potranno essere migliorati in parlamento, magari accorpando i 4 decreti sull'emergenza virus in un unico più organico. Per il centrodestra, che prepara i suoi emendamenti, è importante il confronto nelle Camere, senza lasciare ogni decisione al governo. Per la Meloni il parlamento «dovrebbe essere trasformato in una sorta di unità di crisi permanente».

Silvio Berlusconi legge nell'incontro «un segnale positivo, ma debbono seguire atti concreti, che dimostrino la volontà del governo di collaborare, recependo le nostre indicazioni per migliorare i provvedimenti già adottati e concordando in anticipo quelli futuri». Meno soddisfatto il giudizio di Salvini: «Quanto meno ci hanno ascoltato, dopo giorni in cui leggevamo cosa faceva il governo sui giornali, o in diretta su Fb. Abbiamo fatto presente che esiste un parlamento. Certo, ci hanno detto che per marzo, soldi non ce sono per le partite Iva. Ma ci coinvolgeranno sul decreto di aprile, che sia l'inizio di un percorso che vede tutti collaborare perché l'Italia ha bisogno di questo». E la Meloni ripete le critiche su annuncio e contenuti del Cura Italia: «Prima si finiscono di scrivere le norme, si hanno le risposte a tutte le domande e poi ci si presenta in una normale conferenza stampa».

Chi era presente al secondo incontro tra maggioranza e opposizioni dallo scoppio dell'emergenza parla di un clima disteso di dialogo e di diverse convergenze. Tutti con le mascherine e a debita distanza, per tre ore discutono delle proposte della coalizione, a partire da quelle economiche, cui ha lavorato il responsabile economico azzurro, Renato Brunetta. Come il blocco per alcuni mesi di tasse, imposte e multe, l'immediato pagamento dei debiti della pubblica amministrazione, la sospensione degli affitti per le attività produttive e commerciali ferme, con indennizzi per i proprietari, un maggiore sostegno economico, rispetto ai 600 euro stanziati, per lavoro autonomo, partite Iva e lavoratori a contratto. Si parla molto di Mes e le critiche al fondo Salva-Stati sembrano condivise da tutti, di Golden power per proteggere le imprese dallo shopping degli stranieri, Salvini insiste su protezione di almeno 500 mila anziani e disabili in case di riposo o di cura, della necessità di medici, infermieri, mascherine e macchinari, perché «si rischia una strage». Tajani chiede di fare di più per evitare il contagio al sud, anche con l'esercito.

Per Berlusconi e per Fi la parola d'ordine è «collaborazione, pur nella differenza», di fronte alla «più grave emergenza della storia della Repubblica». Ma ora si aspetta di vedere concretamente quella che la capogruppo di Fi alla Camera, Mariastella Gelmini, definisce una «cabina di regia» per migliorare il Cura Italia nel confronto con opposizioni e parti sociali.

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