Le stelle sono tante, milioni di milioni, a parte quella del salame che vuol dire qualità, ma i cappelli, quelli della nuova Guida dell'Espresso, partono da 5 e vanno a scendere. Giù il cappello, allora, ma nel senso negativo. Singolari i criteri di valutazione, nessuna colpa di Ezio Vizzari che è il curatore dell'opera e spiega che così si agevoli la comprensione da parte dei lettori, in verità costoro si domandano, ad esempio, perché mai il Sud sia sempre più a Sud del resto delle cucine nostrane, un po' come l'Italietta per i francesi della Michelin. Gli scrutatori dell'«Espresso» portano cappelli bizzarri.
Non sono forse singolari le 3 «toques» assegnate all'Enoteca Pinchiorri, dunque alla pari con altre «maison», toscane e non, che non hanno né l'accoglienza né la qualità né l'eleganza del servizio e del cibo (sorvolo sul forziere in cantina) della casa fiorentina che ha conservato la stessa valutazione dello scorso anno mentre altri, modaioli e stagionali, sono schizzati in classifica? Certi giudizi sono come i voti nelle pagelle del calcio. Basta un solo gol, una parata o un'intervista in esclusiva, per modificare, o ribaltare, voti, fino a quel momento bassissimi. Si sa, la palla è rotonda. Ma anche la tavola.Tony Damascelli
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