Cervinia, strade liberate. Finita l'odissea dei turisti

Viabilità riaperta dopo 21 ore. Due metri di neve sulle Alpi, a Livigno venti a 140 chilometri l'ora

Cervinia, strade liberate. Finita l'odissea dei turisti

Un'Italia spezzata in due. Freddo, vento (a volte caldo), neve e piogge al Nord, temperature quasi primaverili al Sud. Al quale si aggiunge un popolo di «vacanzieri» un po' impazzito. Cinque chilometri di coda ieri per andare nel primo giorno di saldi agli outlet di Serravalle sulla Milano-Genova, droni per vigilare sulla sicurezza, forze dell'ordine dispiegate in massa per «accogliere» quelli che si prevedono nei prossimi due giorni essere 50mila visitatori al giorno.

Tutto ciò mentre a Cervinia, in Valle d'Aosta, soltanto ieri - dopo quasi un giorno - il traffico ha potuto rimettersi in moto. Almeno 10mila turisti erano bloccati. Dalle 5 del pomeriggio di giovedì, infatti, era stata chiusa la strada regionale 46 della Valtournanche per il rischio valanghe. Alle 14 le prime auto dei vacanzieri hanno potuto lasciare il paese mentre altre hanno cominciato ad arrivare per il weekend dell'Epifania. Il via libera della Commissione valanghe alla riapertura della strada è arrivato alle 13, dopo che un'abbondante nevicata (due metri in paese) aveva fatto scattare l'allarme. Ma la situazione resta sotto attenzione. Paura, poi a LIvigno, dove un seggiolino della cabinovia Sponda è precipitato per una raffica di vento da 140 km l'ora.

E le previsioni non buone. Dalla mattina di domenica è prevista un nuova perturbazione che potrebbe portare altre nevicate.

Una vasta frana, invece, ha bloccato l'Aurelia dall'altra sera nel levante di Genova all'altezza della galleria di Sant'Anna che collega i comuni di Sestri Levante e Cavi di Lavagna. Alcuni massi si sono staccati dalla parete della montagna soprastante la galleria, protetta da una griglia di contenimento, e i detriti si sono riversati sulla strada in un tratto stradale di competenza di Anas nel territorio di Lavagna. Non sono stati segnalati feriti. Sul posto sono intervenuti vigili del fuoco, da Chiavari, carabinieri e i tecnici di Anas insieme a squadre di rocciatori specializzati. Dai primi rilievi effettuati lo smottamento è risultato esteso, i massi si sono staccati da un punto molto alto del versante e hanno divelto tutte le reti di protezione.

Un clima anomalo, che sta avendo ripercussioni non solo sulla salute ma anche sui prezzi. Di fronte a i quasi 7 milioni di italiani finiti a letto negli ultimi tre giorni con i sintomi dell'influenza, Coldiretti ci regala la «solita» cattiva notizia. Quando piove il Belpaese si allaga, quando no si trasforma in deserto. L'analisi evidenzia un rincaro record del 3,6 per cento dei prezzi degli alimentari non lavorati come frutta e verdura, il triplo della media annuale. Lo studio di Coldiretti sulla base dei dati Istat sull'inflazione nel 2017, evidenzia per tutto l'anno un rincaro dell'1,9% per l'insieme dei prodotti alimentari.

«È il risultato- spiega l'associazione-, delle quotazioni superiori alla media dell'ortofrutta che anche nel mese di dicembre ha fatto registrare prezzi della frutta superiori del 5,3% rispetto allo scorso anno mentre per i vegetali l'aumento è stato del 3%. Colpa «dei cambiamenti climatici».

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