
Caro Beppe, caro Stefano. Tra il 2017 e il 2023 sul telefono di Stefano Boeri sequestrato dalla Guardia di finanza, spuntano una quantità inverosimile di messaggi scambiati tra il sindaco Beppe Sala e l'archistar, che formalmente non riveste ruoli pubblici ma si muove come una sorta di assessore ombra, o forse qualcosa di più, e come tale viene trattato da Sala. Ora il tono e la frequenza di quelle chat pesano sulla posizione processuale del primo cittadino, rendendogli difficile separare la sua posizione da quella di Boeri nell'inchiesta della Procura di Milano sullo scandalo dell'Urbanistica, che li vede entrambi indagati.
Il telefono di Boeri viene sequestrato dalla Guardia di finanza nell'ottobre 2023, all'epoca del primo avviso di garanzia seguito agli articoli del Giornale sulla Biblioteca europea di cultura. Lo smartphone dell'architetto si rivela una miniera di informazioni per gli inquirenti. Al punto che ora Boeri, in una dichiarazione citata da Affari italiani, ipotizza che i suoi messaggi siano stati alterati quando il cellulare venne clonato dagli spioni di Equalize, la centrale di dossieraggio creata dall'allora presidente della Fiera Enrico Pazzali. Possibile? Di un interessamento degli spioni per Boeri c'è effettivamente traccia in un rapporto del dicembre scorso dei Ros sulla attività di Gabriele Pegoraro, uno degli hacker al servizio di Pazzali, che "buca" il telefono di Boeri e riesce a estrapolare alcuni messaggi dell'architetto e della sua collaboratrice Carla Morogallo. Episodio inquietante, ma che finisce lì. Perché in nessun passaggio dell'indagine su Equalize è emerso che Pegoraro e i suoi complici fossero in grado anche di modificare il contenuto dei messaggi WhatsApp.
I messaggi attribuiti a Boeri sono di Boeri, dunque. Compresi quelli con Sala, amico di partite dell'Inter ("ti aspettiamo, c'è anche il Becca") ma soprattutto coinvolto a pieno titolo negli incontenibili appetiti dell'archistar. C'è un solo episodio in cui Sala sembra ribellarsi davanti alle insistenze di Boeri, ed è quando l'amico spinge per il progetto di Nhood (azienda pesantemente coinvolta nell'indagine) per coprire di case e di cemento la stazione di Cadorna delle Ferrovie nord: "Ho fatto tutta la campagna sul tema della rigenerazione e non posso far spuntare torri dove non c'è nulla", dice il sindaco. Per il resto, è un costante flusso di indicazioni - fuori, si direbbe, da ogni logica istituzionale - in cui è Boeri a concordare con Sala nomine, delibere, progetti, interviste. Il campionario è vasto. Boeri è preoccupato per la posizione di Carlo De Vito, manager delle Ferrovie, sulla ristrutturazione degli scali milanesi, chiede udienza a Sala che lo tranquillizza, "Parlato con De Vito, è allineato"; chiede di portare un suo progetto alla Cop23 di Bonn e il sindaco lo accontenta; chiede e ottiene la sponda del sindaco per bloccare le operazioni sulla Triennale del suo rivale Andrea Cancellato ("ho tirato un po' di frustate alla Triennale", lo rassicura il sindaco, e Boeri risponde "Ottimo, poi dammi qualche dritta che faccio intervista a Rep"); avanza pretese sui teatri, "ho letto del Lirico, temo sia ancora conseguenza di quella azzeccagarbugli della De Cesaris"; "lo so, un bel casino, vedo cosa si può fare"; chiede e ottiene aiuto per fare il passaporto alla figlia; festeggia con Sala la propria nomina alla Triennale "grazie Beppe del coraggio e dell'ostinazione". Ma la vera partita su cui Boeri fa da consigliere occulto di Sala è quella sul futuro di San Siro, "con Steven Zhang qui a Shangai abbiamo parlato di stadio, Inter potrebbe prendersi lato trotto". È Boeri a consigliare a Sala un referendum sullo stadio, "ti sgrava da scelta delicata", è Boeri a tenere i contatti con i club. Sono centinaia di messaggi, un assedio costante di Boeri a Sala che però non si sottrae.
Anche quando Sala critica un'intervista dell'architetto sul futuro di Milano poi si sente in dovere di precisare "magari mi sbaglio ma a te ci tengo e mi sono permesso". È nelle radici e nelle implicazioni di questo rapporto anomalo che ora scavano i pm milanesi.