Milano «Prof ma è lì il mio telefonino, l'ho messo nel cesto sulla cattedra insieme a tutti gli altri...». Va così. Ci sono già scuole, presidi, professori che in qualche modo provano ad arginare l'uso ( e l'abuso) degli smartphone in classe. Un fai-da-te che si materializza molto spesso in un bel cesto di vimini in cui vanno riposti i cellulari prima dello squillare della campanella. Ovviamente non basta. Perché tra i trucchi più gettonati c'è, tanto per cominciare, quello del doppio cellulare: ad essere consegnato è un telefono senza scheda recuperato tra qualche «cadavere» in un cassetto di casa e nelle mani dei ragazzi resta invece quello funzionante e connesso. Il rischio di essere scoperti è minimo, vuoi perché nessun professore si prende la briga (e la responsabilità) di controllare, vuoi perché non può certo perdere metà dell'ora di lezione nelle operazioni di ispezione.
Così lo smartphone «passa», resta nello zaino pronto ad essere utilizzato ovviamente con tutte le cautele del caso. E qui la fantasia dei ragazzi non conosce limiti, anche se poi si finisce quasi sempre con tenerlo a portata di mano per consultarlo alla bisogna con velocità e freddezza. C'è chi lo mimetizza semplicemente sotto il banco nascosto tra i libri, chi in qualche tasca dello zaino tenuto sul banco, altra cattiva abitudine dei tempi recenti che molti insegnanti faticano a debellare. Poi ci sono i nascondigli più raffinati, che permettono di tenere lo smartphone sul banco e addirittura di utilizzarlo mentre il professore spiega o sta interrogando. Nascondigli ricavati, ad esempio, nelle custodie dei fazzoletti di carta, nelle scatole dei pastelli debitamente modificate o nel sottofondo di un astuccio rigido.
Ma basta fare un giro sui siti dove gli studenti si scambiano le «dritte» per capire che il trucco dei trucchi è quello del «dizionario»: di italiano, latino, greco purché vecchio e abbandonato.
Si prende un «Rocci» che non serve più, si ritaglia un piccolo spazio tra i fogli esattamente nel mezzo e il sottilissimo cellulare sparisce tra un aoristo e un genitivo della seconda declinazione. Basta un clic ed anche l'Etica Nicomachea di Aristotele diventa un gioco da ragazzi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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