P oche parole per annunciare il suo arrivo. «Sono partito da poco da Andria» ha detto alla figlia. Poi più niente, nessuna notizia mentre su quel fazzoletto di Puglia cominciavano a incombere gli echi di una tragedia che con il passare ha assunto i contorni di una strage. Enrico Castellano aveva 72 anni, era nato a Ostuni, la «città bianca» in provincia di Brindisi, ma ormai la sua vita era altrove: da tempo si era trasferito a Torino, dove aveva cominciato una brillante carriera in banca approdando a un ruolo da dirigente. Quindi la pensione, il tempo per i viaggi, il legame con la sua terra che aveva sempre mantenuto vivo, e con il fratello Franco, giornalista con il quale pochi giorni fa aveva seguito la Nazionale di basket a Torino. Enrico Castellano era tornato in Puglia da pochi giorni, aveva un programma intenso: la festa per l'onomastico e soprattutto quella per il compleanno del nipote, un bambino di due anni. Il giorno prima della tragedia il dirigente bancario era stato ad Andria dal figlio, Giuseppe, che adesso dice di avere «un enorme senso di colpa» ricordando che erano stati a cena insieme. Martedì mattina Enrico Castellano ha preso il treno per Bari, doveva vedersi con il fratello per sbrigare alcuni servizi. Giusto il tempo di fare una telefonata, poi la tragedia ha spazzato via tutto: i sogni, i progetti.
La figlia, Marcella, ieri mattina è accorsa all'istituto di Medicina legale del Policlinico, dove sono state portate le salme: «Meritiamo giustizia, le istituzioni si ricordino che siamo italiani: meritiamo di andare in treno e riabbracciare i nostri cari» dice con la voce rotta dal dolore mentre lacrime di disperazione e rabbia scorrono oltre gli occhiali scuri. «Per piacere prosegue - aiutateci, vogliamo la verità, ho paura che i soliti poteri forti possano nascondere tutto: voglio i nomi di chi mi ha portato via mio padre in questa maniera».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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