Massimo Giletti mai si sarebbe immaginato nella sua vita che un coro di giornalisti e politici si sarebbe levato in sua difesa. E, invece, da Enrico Mentana a Piero Chiambretti a molti esponenti del centro, di Forza Italia, e della Lega, da Mara Carfagna a Maurizio Gasparri a Matteo Salvini a Gianni Sammarco (di Alternativa popolare), ieri hanno preso posizione contro la chiusura de L'Arena, il talk show del primo pomeriggio della domenica sparito dai palinsesti approvati venerdì scorso dal Cda della Rai che verranno presentati mercoledì agli investitori pubblicitari a Milano. Gli stessi politici che, chi più chi meno, invece si indignano perché Fabio Fazio è stato ricoperto d'oro per rimanere in Rai. «Ogni spazio in meno per l'informazione è una perdita - scrive su Facebook il direttore del TgLa7 - Ma quando viene soppresso un appuntamento di successo è un autogol». «Povera Rai non ne azzecca più una - twitta Chiambretti - Cancella Giletti, premia Fazio che un giorno si e un giorno no se ne vuole andare».
Insomma la chiusura de L'Arena, uno spazio di infotainment, a metà tra l'approfondimento e tematiche più leggere, uno dei pochi talk rimasti in Rai che non si richiamano al campo progressista, sta diventando un boomerang per il neo direttore generale della Rai Mario Orfeo. Forse, ancor più dei milioni elargiti a Fabio Fazio (11,2 in quattro anni) per impedirgli di andare via dall'azienda di Stato affidandogli per 64 puntate all'anno di Che tempo che fa. Dalla Rai, dopo i nostri articoli di ieri, si fa notare che la scelta di cancellare il talk domenicale deriverebbe soltanto da una logica di palinsesto di coordinamento tra le tre reti: sul primo canale solo intrattenimento e tematiche sociali sotto la guida di Cristina Parodi (con in più lo Zecchino d'oro e uno spazio gestito dalla campionessa paraolimpica Bebe Vio), sul secondo lo show sul calcio con Luca & Paolo e sul terzo l'approfondimento con il raddoppio di In mezz'ora di Lucia Annunziata. Inoltre, sempre dalla Rai, si sottolinea che non era intenzione dei vertici aziendali tenere il giornalista all'oscuro della decisione, maturata in pochi giorni dopo il cambio di direzione, ma che sarebbe stato contattato e convocato, senza che si fosse potuto realizzare l'incontro in quanto Giletti non si trovava a Roma.
Probabilmente il conduttore non si è precipitato nella capitale perché non si sarebbe mai immaginato di vedersi chiudere l'Arena. Oggi forse ci sarà un incontro chiarificatorio. A lui verrà offerta la conduzione di 10-12 appuntamenti al sabato sera: impegni prestigiosi, ma diversi dal lavoro giornalistico che lui vuole continuare a svolgere. Non per nulla, chi gli è vicino, ricorda le inchieste, tra le altre quelle sui vitalizi dei parlamentari e dei deputati della Regione Sicilia e quelle sulla ricostruzione del terremoto, che hanno dato fastidio.
Inchieste viste da milioni di persone (la domenica L'Arena ha uno share altissimo). Dunque, molti restano convinti che si è deciso di chiudere uno spazio gestito con indipendenza per rimpiazzarlo con le più tranquillizzanti e anestetizzanti canzoncine dello Zecchino d'oro.
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