"La chiave del giallo è nel rapporto con suo figlio"

La psicologa: "L'ipotesi di un'ossessione persecutoria: le madri assassine cercano di proteggere"

"La chiave del giallo è nel rapporto con suo figlio"

Vera Slepoj, psicologa e scrittrice, pone domande per trovare risposte. Le prime sono tante, le seconde scarsissime.

Nell'enigma della morte di Viviana Parisi, 43 anni, e della scomparsa del figlio Gioele, 4 anni, finora le «spiegazioni» spiegano poco o nulla. Ricostruzioni contraddittorie. Illogiche. Confuse. La verità si nasconde in una donna in fuga. Da chi o da cosa è un mistero. E se Viviana, la «mamma-dj», fosse scappata semplicemente da se stessa?

Incidente, suicidio, omicidio. Tre ipotesi e una certezza: della fine di questa donna non abbiamo ancora capito nulla. Altro rebus: che fine ha fatto il piccolo Gioele. Morto anche lui? Ucciso? (da chi?). Rapito? (da chi?). Nascosto da qualche parte (dove?)

Dottoressa Slepoj, partiamo dall'unico dato certo: il cadavere, quasi irriconoscibile di Viviana, trovato l'altroieri sotto un traliccio in una impervia area boschiva.

«Questo è il tragico epilogo della storia. Ma a noi manca il pezzo iniziale. Decisivo per comprendere il dramma di questa mamma».

La madre di un bimbo di 4 anni, che era con lei al momento della sparizione e di cui non si sa più nulla.

«Credo che la chiave del giallo si nasconda proprio nel rapporto tra lei e il suo piccolo».

Cosa intende dire?

«In vicende come queste spesso si allunga un'ombra».

Che «ombra»?

«In psichiatria la chiamiamo ossessione genitoriale di tipo persecutorio. È una sindrome che può svilupparsi quando un soggetto privo di equilibrio non riesce ad elaborare un'inattesa situazione di difficoltà».

Viviana aveva rinunciato al lavoro di dj per stare accanto a Gioele.

«Uno stop traumatico. Che ha spento in lei la musica della vita».

Gli inquirenti non escludono che il bimbo possa essere stato ammazzato dalla mamma.

«È tipico delle madri che uccidono i figli chiudere la propria vita nella vita dell'altro».

Ma Viviana amava Gioele: foto e video sui social sono lì a dimostralo.

«Le mamme assassine si muovono in una dinamica di amorevole protezione».

Omicidi senza odio.

«Esattamente il contrario dell'odio, cioè la voglia di protezione animata da un impulso salvifico».

È questo l'interruttore che è scattato nella mente di Viviana?

«Possiamo solo fare ipotesi. Qui ci sono ancora troppi enigmi da chiarire».

Di recente Viviana aveva scritto sulla sua pagina Facebook post «preoccupanti».

«La prova che aveva bisogno di aiuto».

In questo senso l'effetto-lockdown può aver peggiorato una situazione di fragilità psicologica.

«Viviana svolgeva un lavoro che si nutre delle emozioni che produce. Per una dj come lei trovarsi senza discoteche e pubblico ha messo in crisi la sua idea di futuro, minandone la personalità. Le certezze si sono sgretolate, l'intero mondo è diventato pandemico».

Ma Viviana diceva che Gioele le «riempiva la vita più della musica».

Ci sono video in cui lei canta in auto insieme al bimbo e al marito. Sembra più una scena da mulino bianco più che cronaca nera.

«Anche la gita familiare e l'ostentata serenità possono far parte di un rituale di morte contestuale alla perdita di realtà».

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