La chimica premia la rivoluzione verde

Il riconoscimento a tre scienziati (una è donna) per gli studi sugli enzimi

Sono i pionieri della rivoluzione verde i tre scienziati che ieri sono stati insigniti, dalla Reale accademia svedese per le scienze, del premio Nobel per la chimica. Il riconoscimento, con il suo «montepremi» di 9 milioni di corone svedesi, pari a circa 866mila euro, è condiviso dall'americana Frances Arnold (la seconda donna a essere premiata in due giorni, dopo la canadese Donna Strickland per la fisica l'altro ieri e la quinta a ricevere il Nobel in questa categoria) e per l'altra metà ex aequo dallo statunitense George Smith e dal britannico Gregory Winter per gli studi sui «registi dell'evoluzione», come vengono chiamati gli enzimi alla base di reazioni chimiche vitali.

Il Nobel rappresenta un riconoscimento alla chimica «verde», che grazie agli enzimi, linfa della biodiversità, ha portato a grandi progressi scientifici in tanti ambiti, dai farmaci ai biocarburanti. «Siamo agli albori della rivoluzione dell'evoluzione diretta - scrive l'accademia svedese nella motivazione del premio - che, in molti modi diversi, sta portando e porterà i più grandi benefici al genere umano».

Frances Hamilton Arnold, 62 anni, tre figli e un tumore al seno sconfitto, insegna ingegneria chimica al California Institute of Technology a Pasadena. È convinta che l'evoluzione sia il più potente strumento di ingegneria che esiste e che possa aiutare a trovare nuove soluzioni sostenibili ai problemi dell'umanità, come ad esempio l'approvvigionamento di carburante. Il suo metodo di riscrittura del Dna per imitare l'evoluzione ha consentito la sostituzione di sostanze chimiche tossiche come i combustibili fossili con la riconversione della canna da zucchero in biocarburanti.

George P. Smith, 71enne professore all'università del Missouri, ha sviluppato un metodo, conosciuto come phage display, con il quale un batteriofago, ovvero un virus che infetta i batteri, produce nuove proteine.

Gregory Winter, 67enne professore del Laboratorio di biologia molecolare del Medical Research Council a Cambridge, ha sviulppato lo stesso metodo per produrre nuovi farmaci. I suoi studi hanno consentito di produrre anticorpi in grado di neutralizzare le tossine, contrastare le malattie autoimmuni e curare il cancro metastatico.

AnCu

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