Valeria Robecco
New York Si infiamma sempre di più lo scontro tra Stati Uniti e Russia sulle presunte interferenze di Mosca nelle elezioni presidenziali americane. Dopo aver puntato il dito contro i pirati informatici al servizio del Cremlino, gli 007 di Washington accusano direttamente il presidente Vladimir Putin, che a loro parere è stato personalmente coinvolto nella campagna volta ad influenzare l'esito del voto dell'8 novembre scorso. Un'accusa definita dal portavoce del leader russo, Dmitri Peskov, «una sciocchezza ridicola».
Secondo le prove raccolte dall'intelligence Usa e riportate da Nbc News, che cita alcune fonti dei servizi segreti e diplomatiche con accesso diretto al dossier, verrebbe invece confermato con un «alto grado di certezza» il coinvolgimento diretto del leader di Mosca. In particolare, Putin avrebbe personalmente indicato come far trapelare e utilizzare il materiale hackerato ai democratici. Le medesime fonti hanno parlato di obiettivi svariati da parte del presidente russo: quella che era cominciata come una vendetta personale contro Hillary Clinton - hanno spiegato due alti funzionari a Nbc - si è man mano trasformata in un sforzo teso a mettere in luce la corruzione nella politica americana. Ma anche a minare l'immagine e la credibilità della leadership statunitense nel mondo e nei confronti degli alleati.
Per il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, si tratterebbe di una «sciocchezza ridicola» che «non può avere nessun fondamento». Michael McFaul, ambasciatore americano in Russia dal 2012 al 2014, invece, ritiene le conclusioni dell'intelligence «certamente coerenti con il Putin che ho visto e con cui ho lavorato». «Voleva vendicarsi contro la Clinton, e screditare la democrazia americana, rendendoci più deboli come leader dell'ordinamento democratico - ha aggiunto -. E certamente sta apprezzando la visione di Trump sulla Russia». Sul dossier è intervenuta nell'ultimo periodo anche la Cia, che ha mandato su tutte le furie il presidente in pectore avvallando di fatto la tesi che Putin abbia voluto con forza l'elezione del tycoon alla Casa Bianca. E già ad ottobre le 17 agenzie di intelligence Usa avevano rilasciato una dichiarazione in cui accusavano la Russia di essere dietro l'hackeraggio del partito democratico, affermando che tale operazione poteva essere autorizzata solo ai massimi livelli. Ora però, per la prima volta, sarebbero emerse prove incontrovertibili di legami tra le operazioni dei pirati informatici e il leader del Cremlino in persona. Anche il Commander in Chief eletto ha commentato, come di consueto su Twitter, l'ultima notizia: «Se la Russia o qualche altra entità ha compiuto atti di hackeraggio - ha scritto - perché la Casa Bianca ha aspettato così tanto per agire? Perché si sono lamentati soltanto dopo che Hillary Clinton ha perso?». Mentre per la sua consigliera Kellyanne Conway, invece, gli americani dovrebbero «preoccuparsi» per il fatto che le recenti scoperte degli 007 Usa sulle interferenze di Mosca nelle elezioni sono trapelate alla stampa. «Dovremmo tutti essere molto preoccupati, perché si trattava di un briefing a porte chiuse della Commissione intelligence della Camera, e non appena è terminato qualcuno ha parlato subito ai media», ha spiegato in un'intervista a Fox News.
«È un fatto spiacevole e ad un certo punto, anche se magari non in questo caso, potrebbe mettere tutti noi a rischio», ha precisato. Secondo Conway, inoltre, gli avversari di Trump stanno cercando di politicizzare queste informazioni perché non accettano il risultato delle urne.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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