Prima che iniziasse a parlare il giudice, si è assicurata di aver acceso l'apparecchio acustico per non perdersi niente. Chisako Kakehi ha poi aspettato paziente e composta la sentenza senza tradire alcuna emozione, non un sussulto, non una smorfia sul viso. A settantanni compiuti ha incassato la sconfitta con imperturbabile scompostezza. Morirà per impiccagione. La corte non si è impietosita davanti all'apparenza. Non ha visto una vecchietta dall'aspetto ben curato, i capelli color mogano tagliati corti, i vestiti alla moda e una pelle tirata a nascondere le rughe. La giudice, l'altra donna di questa storia, l'ha vista per quello che è: una spietata assassina con l'ossessione della ricchezza.
Non che lei abbia mai negato le accuse anzi. «Nessun errore, l'ho fatto perché non mi dava i soldi», aveva ammesso all'uscita di un'udienza con i giornalisti. La vedova nera l'hanno ribattezzata. Come il ragno che si mangia i maschi dopo averli usati, lei li adescava, si faceva intestare i beni e poi li avvelenava con il cianuro. Fredda e imperturbabile, una due, tre, quasi quattro volte. Una lunga carriera iniziata quando la signora aveva poco più di vent'anni. Si era sposata a 24 e con il marito avevano aperto un azienda di stoffe a Osaka, la terza città del Giappone. Poi la morte prematura del coniuge, i debiti che la travolgono, la solitudine e quel senso di povertà da voler estirpare con tutte le sue forze.
È allora che la vedova nera inizia la sua ricerca mirata e finalizzata. Si iscrive ad un sito di incontri su internet. Lei precisa che «lo vuole ricco, con una rendita annuale di 10 milioni di yen, (circa 80mila euro). Conosce una decina di uomini, li frequenta, si fidanza e diventa ricca davvero. Si fa lasciare un miliardo di yen, 7,5 milioni di euro. Ma la caccia non si ferma. Ormai per Chisako è un'ossessione. Attirare le vittime con il conto in banca ben robusto, ammaliarli, inebriarli al punto di convincerli a lasciarle tutto in eredità. Tra il 2007 e il 2013 la procedura si complica. Decide di ucciderli facendogli credere di bere vitamine. Nel bicchiere invece c'è il cianuro. Il funerale e poi subito dal notaio a incassare l'eredità. Nel 2014 l'arresto.
Sembra impossibile che quella signora dal bell'aspetto esile e curata sia un mostro di crudeltà.
È lei che toglie tutti dall'imbarazzo: «Non ho alcuna intenzione di nascondere le mie colpe. Oggi riderò e domani se mi condannano a morte morirò». Lo aveva detto a luglio. Lei, la vedova nera non ha mai arretrato di un passo. Atroce anche contro se stessa. Dritta fino alla morte.
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