«Ciao piccola, sono Andrea, scusaci se siamo arrivati tardi, tu mi guarderai dall'alto dei cieli...»

Un grande applauso ha accompagnato il feretro di Giulia che col suo corpo ha fatto da scudo, traendo in salvo la sorellina Giorgia rimasta 16 ore sotto le macerie. E sulla bara della piccola è apparsa una lettera, l'ultimo affettuoso saluto da parte del vigile del fuoco Andrea, parole dolci, senza fronzoli, commoventi. «Ciao piccola - si legge - ho solo dato una mano a tirarti fuori da quella prigione di macerie. Scusa se siamo arrivati tardi, purtroppo avevi già smesso di respirare, ma voglio che tu sappia da lassù che abbiamo fatto il possibile per tirarvi fuori». «Quando tornerò a casa a l'Aquila - chiude Andrea che si firma con un cuoricino - saprò che c'è un angelo che mi guarda dal cielo e di notte sarai una stella luminosa. Ciao Giulia, anche se non mi hai conosciuto. Ti voglio bene». Venerdì la madre di Giulia era andata in barella a salutare la figlia deceduta nella palestra comunale dove si sono tenuti i funerali. Molti fiori per lei e regali per la piccola Giorgia, che invece è sopravvissuta, grazie a quello che il ministro dell'Interno Angelino Alfano ha definito «un miracolo laico».

Nel corso dell'omelia il vescovo ha ricordato Giorgia e Giulia, le due sorelline, una sopravvissuta e l'altra morta che sono diventate tra i simboli del sisma: «La più grande Giulia purtroppo morta, ma ritrovata in una posizione protettiva su Giorgia, una bimbetta di 5 anni - ha detto - che sembrava spaesata con la bocca piena di macerie. Morte e vita erano abbracciate, ma ha vinto la vita».

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