Il Cremlino si scaglia contro gli Stati Uniti per la «guerra economica» alla Russia. E la Cina attacca la Nato, la accusa di «aver spinto gradualmente al conflitto». Lo fa in conferenza stampa il portavoce del ministero degli Esteri, Zhao Lijian: «Ultimamente gli Stati Uniti hanno diffuso disinformazione sulla Cina sulla questione dell'Ucraina, con il tentativo di spostare la colpa, alimentare il confronto e trarre profitto dalla questione (riferendosi a indiscrezioni di stampa americana che davano Pechino a conoscenza di un'imminente operazione militare russa, ndr). La pratica è spregevole e maliziosa. Le mosse della Nato guidata dagli Stati Uniti hanno spinto la tensione Russia-Ucraina al punto di rottura. Mentre distoglie lo sguardo dalla propria responsabilità, gli Stati Uniti criticano la posizione della Cina sull'Ucraina per cercare di sopprimere contemporaneamente la Cina e la Russia, al fine di mantenere la propria egemonia. Più si scervella per screditare la Cina con menzogne e gonfiare le cose, più espone il suo deficit di credibilità alla comunità internazionale». Una linea che aveva già ribadito il ministro degli Esteri Wang Yi: «Risolvere problemi complessi richiede calma e razionalità, piuttosto che aggiungere benzina sul fuoco e intensificare le contraddizioni», aveva detto riferendosi alle misure prese dagli Stati Uniti contro Mosca.
Nelle stesse ora l'Ue decide di inasprire le sanzioni contro la Russia e la Bielorussia, ma senza toccare l'energia. Il dossier arriva oggi sul tavolo del vertice europeo a Versailles, insieme con le misure per contrastare l'aumento dei prezzi e le decisioni da prendere per superare la dipendenza dal petrolio e dal gas russi. Ma nella bozza della dichiarazione dei capi di Stato e di governo dell'Ue la premessa è l'unanime condanna a Putin: «L'attacco non provocato e ingiustificato della Russia viola il diritto internazionale e mina la sicurezza europea» e «infligge indicibile sofferenza sulla popolazione ucraina». Siamo, insomma, nel terreno dei crimini di guerra. Scatterà per questo l'aumento della spesa militare. E per i 27 si tratta di un incremento «sostanziale»: «Abbiamo deciso di assumere maggiore responsabilità per la nostra sicurezza». Ora l'obiettivo è aggirare le forniture russe e l'impegno è «diversificare le forniture e le rotte, anche con l'uso di gas liquefatto e lo sviluppo di biogas e idrogeno». Per non cadere però nella dipendenza dalla Cina sull'importazione dei pannelli fotovoltaici, si chiede di accelerare la «produzione delle componenti essenziali» per l'eolico e il solare. E poi ci sono le conseguenze sull'economia e sui cittadini: sull'impatto del caro bollette sulle famiglie i 27 governi annunciano che «continueremo ad affrontare l'impatto sui cittadini e sulle imprese dei prezzi dell'energia aumentati». Non è però all'ordine del giorno del vertice l'ipotesi di emissione di eurobond per finanziare gli investimenti necessari per l'energia, perché, trapela, rientra già nel Next generation Eu.
Per questo sembra imminente il via libera a un aumento della spesa nazionale dei Paesi e di conseguenza nuovo deficit: «Le nostre politiche di bilancio dovranno tenere conto dei bisogni d'investimento complessivi e dovranno riflettere la nuova situazione geopolitica», si legge nella bozza di conclusioni. Sul fronte politico ieri all'Europarlamento l'appello della premier dell'Estonia Kaja Kallas per dare a Kiev una «chiara prospettiva europea».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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