La circolare del Viminale assolve la Lombardia sulla zona rossa ad Alzano

La direttiva dell'8 marzo attribuisce al governo "l'esclusiva competenza" sui limiti di movimento

La circolare del Viminale assolve la Lombardia sulla zona rossa ad Alzano

Milano. Niente sovrapposizioni. Alcuni interventi «rimangono di esclusiva competenza statale». E le disposizioni su ordine e sicurezza pubblica, per il governo, erano senza dubbio materia solo statale. Non c'era molto di cui discutere sulle rispettive competenze, almeno non allora.

Si trova nero su bianco, in una direttiva ministeriale, la risposta a un tema che in questo momento è molto «controverso» (o viene presentato come tale), vale a dire l'istituzione della «zona rossa» anche nella Bergamasca. Leggendo il provvedimento del ministro dell'Interno si ha conferma di ciò che in realtà un po' tutti sapevano: il governo nazionale rivendicava come sua prerogativa la chiusura delle aree territoriali e lo stop agli spostamenti. La Regione lo va ripetendo da giorni ma la sinistra cerca di negarlo con l'obiettivo di ripartire fra Palazzo Chigi e il Pirellone la responsabilità della tardiva chiusura dei comuni della Val Seriana, in provincia di Bergamo, teatro del secondo focolaio, poi rivelatosi drammatico.

Il provvedimento - come ovvio protocollato ufficialmente al Viminale - è una direttiva con cui il ministro Luciana Lamorgese dà indicazioni ai prefetti - e non solo - sul decreto firmato il giorno stesso (l'8 marzo) dal presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte. Era il famoso decreto che provocò l'esodo notturno da Milano e conteneva misure urgenti per contenere l'epidemia e gestire l'emergenza. Nella direttiva il ministro lo spiega chiaramente. «Ferma restando la piena autonomia nelle materie di competenza regionale, come individuate dalle disposizioni vigenti - si legge nel terzo paragrafo di pagina 4 - va rilevata l'esigenza che in ogni caso, e soprattutto in questo delicato momento, non vi siano sovrapposizioni di direttive aventi incidenza in materia di ordine e sicurezza pubblica, che rimangono di esclusiva competenza statale e che vengono adottate esclusivamente dalle Autorità nazionale e provinciali di pubblica sicurezza». Nel paragrafo successivo si specifica il concetto. Dunque, per quanto potesse esistere, per la Regione, la strada prevista dalla legge sulle competenze sanitaria, lo Stato rivendicava quei poteri. Prova ne è il ricorso con cui aveva impugnato l'ordinanza adottata il 25 febbraio dalle Marche per chiudere le scuole. E governativa era stata la chiusura del Lodigiano. D'altra parte è paradossale che il Pd rimproveri alla Regione di non aver disobbedito» al governo del Pd e di non aver «fatto da sé, quando fino al giorno prima, e dal giorno dopo, ha sempre accusato le Regioni di fare troppo «da sé». Due volte paradossale poi, se è vero che a fine febbraio sindaci e dirigenti Pd - a volte riferendo della intenzione regionale di chiudere - premevano invece per aprire.

Il 3 marzo la Regione reiterò la richiesta di istituire la zona rossa a Nembro e Alzano attraverso il Comitato tecnico scientifico di supporto a Palazzo Chigi che condivise la valutazione inoltrandola al premier e al ministro della Salute. Poi niente fino all'8 marzo.

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