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La città al collasso per i ritardi: "Class action contro il ministro"

L'associazione degli spedizionieri attacca Toninelli. Danni milionari per le imprese. Porto a rischio ko

La città al collasso per i ritardi: "Class action contro il ministro"

Tre mesi per partorire il decreto su Genova mentre sul nuovo ponte siamo fermi al 14 agosto. Nell'attesa, i danni al sistema che ruota attorno alla viabilità genovese al collasso (120 km in più per l'attraversamento di Genova da Levante a Ponente) si sommano giorno dopo giorno per formare una voragine da profondo rosso. Solo per le aziende delle zone rosse e arancione, quelle vicino al viadotto crollato e quindi isolate, la Camera di commercio di Genova stima finora un danno di 120 milioni di euro tra danni diretti e mancati guadagni. Ma è il Porto di Genova, asset strategico per la logistica nazionale con una filiera da 11 miliardi di euro, a subire il colpo più pesante. A partire da chi deve trasportare le merci. Secondo una stima di Conftrasporto-Confcommercio il danno economico per le sole imprese di autotrasporto in transito per il nodo di Genova è di 2 milioni di euro al giorno, in aumento. Spediporto, l'associazione spedizionieri corrieri e trasportatori che rappresenta il 20% delle imprese nazionali del settore, ha deciso di passare ai fatti con l'assemblea che ha deliberato una class action «in sede civile, penale e amministrativa» contro il ministero delle Infrastrutture e contro Autostrade. «Il fatturato è in calo, l'import/export è diminuito dell'8% con un trend negativo che si è accentuato sull'export che a ottobre è arrivato a toccare un -12,5%» spiega il presidente di Spediporto Alessandro Pitto, molto pessimista su una soluzione in tempi ragionevoli: «Dopo il crollo i corrieri impiegano più tempo per muoversi in città, e hanno dovuto raddoppiare il numero di mezzi e personale per fare le stesse consegne. I trasportatori devono aumentare la percorrenza chilometrica. L'unica certezza è che non vi sono certezze, soprattutto sui tempi. È questa la difficoltà più grande». Anche i turisti stranieri sono scoraggiati: - 7,85% le presenza in Liguria rispetto al settembre 2017.

L'incertezza sul futuro e la scarsa attendibilità delle promesse che arrivano da Roma è l'incubo peggiore. «Il vero pericolo è che il traffico si sposti su Rotterdam» spiega a Panorama Paolo Signorini presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure occidentale. «Non sono arrivate meno navi, ma meno merci. Gli spedizionieri le mandano altrove. Oppure aspettano». Conferma Gian Enzo Duci, presidente di Federagenti: «L'effetto più rischioso è però quello psicologico. I genovesi alle code si possono abituare. Ma la logistica vive di certezze: tempi, aspettative, zero pericoli. E Genova oggi è un rischio. Quindi la evitano. Gli spedizionieri stanno cambiando le rotte».

Collassa Genova, brindano Rotterdam e Anversa.

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