Ma la civiltà è proteggere i più deboli

Ma la civiltà è proteggere i più deboli

La civiltà, cosi dicono, è arrivata anche in Italia qualche mese fa. Ora si può dettare un biotestamento e dire: per pietà, staccate la macchine, se mi troverò a vegetare senza speranza in un letto. Ma la civiltà non basta mai e i diritti soggettivi, piatto forte della cultura radicale e dell'individualismo a buon mercato di oggi, sono come le matrioske: uno ne contiene un altro che ne promette un altro ancora e ancora un altro, in una frenetica rincorsa senza fine. Oggi il piccone della Consulta potrebbe demolire l'articolo del codice che punisce chi istiga al suicidio o semplicemente aiuta chi ha deciso di farla finita. È il caso, sbandieratissimo, di dj Fabo e di Marco Cappato che l'ha accompagnato in una clinica svizzera per premere il bottone fatale. Se la Corte costituzionale dovesse bocciare l'articolo incriminato, allora la legge appena varata avrebbe già bisogno di un seguito, di un aggiornamento. Ormai sul confine che sdogana l'eutanasia e non solo la rinuncia al sondino e alle tecnologie più avanzate. Vedremo. Ma la società dovrebbe riflettere sulla frontiera che viene continuamente spostata in avanti, sempre nel nome del progresso. È davvero più evoluto il paese che toglie l'alimentazione alle creature più deboli e indifese? E come la mettiamo con quelli che uccidono i bambini perché soffrono e soffrono troppo? Domande lancinanti che il nostro mondo contemporaneo, sfrontato ma fragilissimo, non vuole più porsi in concreto e allora allontana, girandole per competenza a uno Stato che dovrebbe risolvere qualunque questione. Non è e non può essere cosi. Nel nome della libertà stiamo perdendo il contatto con pezzi della realtà, compresi il dolore e la fatica che nessuno auspica ma che sono parte del bagaglio umano. Inutile illudersi: anche la legge sul biotestamento, lungamente attesa, non può sostituire le coscienze e soprattutto non può sbrogliare gli infiniti casi che la vita pone. Per quelli servono pazienza, tenacia, ottimismo, anche se in questo contesto il vocabolo sarà per qualcuno fuori luogo, e la consapevolezza che l'esistenza è un mistero più grande di qualunque norma in cui venga inscatolata ed etichettata. Nessuna crociata e nessuno steccato.

Piuttosto speriamo di trovare sempre più uomini vivi, anche a un centimetro dalla morte, e uomini coraggiosi che tengano per mano, in questo mondo, quelli che come dj Fabo hanno stabilito di schiacciare il bottone. Quegli uomini che, parafrasando Pavese, scendono nel gorgo muti. In una solitudine feroce che è la peggior condanna della nostra indifferenza e di qualunque norma. Anche la più avanzata di questo mondo.

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