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In classe il 90% di studenti. Il rebus dei mezzi pubblici

Sono 7,5 milioni. Regioni in ordine sparso

In classe il 90% di studenti. Il rebus dei mezzi pubblici

Da oggi tutti in classe. O quasi. Anche le superiori tornano in presenza ma non al cento per cento a parte qualche rara eccezione per l'ultimo anno, quello della Maturità, e soltanto in alcune regioni nonostante il ministero dell'Istruzione avesse insistito per il ritorno in presenza di tutti gli studenti che devono affrontare l'esame finale. Sono oltre 7 milioni e mezzo gli studenti che rientrano a scuola con l'auspicio di restare in presenza fino alla fine dell'anno scolastico definito «difficile» dal ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, che però ribadisce «la scuola non è mai stata chiusa, in presenza o a distanza non si è mai fermata. I nostri insegnanti hanno sempre lavorato e mantenuto un contatto con gli studenti, anche utilizzando strumenti nuovi». Gli alunni che oggi rientrano a scuola rappresentano l'89,5 per cento della popolazione scolastica. Il governo ha deciso che in zona gialla e arancione materne, primaria e medie si svolgano in presenza al 100 per cento mentre per le superiori deve essere garantita almeno la presenza al 70 per cento e fino al 100. In zona rossa saranno tutti presenti fino alla terza media, mentre alle superiori l'attività in classe si svolgerà almeno al 50 per cento e fino al 75. Il problema irrisolto e mai affrontato resta quello dell'affollamento dei mezzi pubblici. E per le superiori le regioni procedono in ordine sparso. L'Abruzzo ad esempio ha deciso per una presenza al 70 per cento ma al 100 per cento per l'ultimo anno. In Calabria ed in Puglia si punta alla flessibilità: in sostanza alle famiglie si lascia l'ultima parola ovvero la possibilità di scegliere la didattica a distanza, raccomandata per motivi di sicurezza. In Lombardia si torna al 70 per cento ma si cerca di aggirare il rischio affollamento sui mezzi pubblici e poi in ingresso e in uscita scaglionando gli orari: il 50 per cento entra alle 8 e 20 e il restante 20 alle 9 e 30. Per Antonello Giannelli presidente dell'Associazione nazionale presidi, Anp, il rientro è giusto ma le preoccupazioni restano. «Serve un aggiornamento del protocollo. Occorre affrontare innanzitutto la questione delle mascherine.

Noi auspichiamo che vengano distribuite le FFP2 almeno al personale scolastico», chiede Giannelli.

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