Smascherati in classe se tutti sono vaccinati, ha annunciato l'altro giorno il ministro all'Istruzione Bianchi. Ed è scoppiato il caos. «Troppo rischioso stare in aula senza mascherine» mette in guardia l'infettivologo. «È discriminatorio per i non vaccinati», avvisano i genitori. «Si rischia di nuovo la Dad», minacciano i sindacati. Di fatto a una manciata di giorni dall'inizio della scuola prevista quasi dappertutto per il 13 di settembre, la dichiarazione del ministro Bianchi ha aperto un'ulteriore polverone.
«Io non sono d'accordo - chiarisce Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit, la Società italiana malattie infettive - Le misure di contenimento devono essere mantenute perchè il vaccino protegge dalle infezioni ma non completamente. Il problema, a suo parere, è e resta la classe, cioè un ambiente chiuso dove il rischio aumenta perchè «la variante delta ha una capacità di trasmissione altissima». Se infatti da una parte è indiscutibile «la mitigazione fatta dalla vaccinazione», è anche vero (dice) che la delta «ha un'altissima capacità di trasmissione, tre volte superiore a quella precedente». Abbassare la maschera, secondo l'infettivologo, continua ad essere troppo pericoloso «per quanto possiamo tenere aperta la finestra o la porta». Andreoni ha ricordato che gli esempi non sono mancati. «Un caso avvenuto negli Usa ha fatto vedere che la docente è stata in grado di contagiare l'80% dei bambini nelle prime due file e il 20% dalla terza alla quinta fila, con i bambini che erano tenuti lontani gli uni dagli altri. Non abbiamo bisogno di ulteriori dimostrazioni di quel che abbiamo già capito» ha concluso.
Si pongono invece un problema di privacy che può portare alla discriminazione ma anche al bullismo i genitori. «Suscitano preoccupazione ed allarme le dichiarazioni del ministro Bianchi, in merito alla discriminazione dei ragazzi per l'uso delle mascherine, tra vaccinati e non. I nostri ragazzi non sono untori e non si classificano», mette le mani avanti Antonio Affinita, direttore generale del Moige-Movimento genitori. E rincara: «Già provati dalle chiusure delle scuole, e del relativo isolamento, di tutto hanno bisogno meno che di essere violati nella privacy e discriminati per le loro scelte sanitarie ed esistenziali. Da anni - spiega - le scuole ospitano, con successo, nella stessa classe ragazzi con patologie come Aids, epatite, tutelandoli nel rispetto della privacy. Questo cambio di direzione, per una patologia che marginalmente coinvolge i minori è preoccupante». Da qui l'appello: «la scuola continui ad essere luogo di inclusione e diversità, senza vanificare anni di lavoro fatto per includere». Stesso tono da parte del vicepresidente di Pro Vita e Famiglia onlus, Jacopo Coghe: «Il ministro aveva promesso niente discriminazione. Sistemi di aerazione e tamponi salivari sono la ricetta semplice per rientrare in classe in presenza in serenità». Diversa la ricetta del presidente dell'associazione presidi, Antonello Giannelli che nel condividere «l'intento del Ministro di tornare quanto prima alla normalità» propone «una super app in segreteria contenente la registrazione degli alunni e il loro stato vaccinale. L'accensione di una spia, verde se sono tutti vaccinati, o rossa se non lo sono, potrebbe dare il via libera al professore a fare abbassare le mascherine prima dell'ingresso in classe».
Preoccupati anche i sindacati.
«Si stanno creando tutti i presupposti per ricreare migliaia di focolai tra le classi, con ritorni massicci in quarantena e alla dad» ha detto Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief. E intanto ieri la Cisl e il Gilda hanno deciso di non firmare il protocollo di sicurezza per il sistema integrato 0-6 anni finchè non saranno garantiti alcuni punti della trattativa.
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