Cluster in una chiesa frequentata da migranti. L'Austria richiude tutte le scuole e gli asili

Il ministro della Salute: «Preoccupante». Il governatore: «Eventi annullati»

Cluster in una chiesa frequentata da migranti. L'Austria richiude tutte le scuole e gli asili

Anche i paesi oltre confine si ritrovano ad affrontare una ripresa dei contagi di coronavirus, proprio ora che l'epidemia sembrava in ritirata. Adesso è l'Austria ad essere in allarme per un'escalation di infezioni che preoccupa le autorità.

Negli ultimi giorni il paese ha registrato un imprevisto aumento di casi con un totale di 677 persone attualmente positive su un totale di 17.860 individuate mediante tampone. In un solo giorno il numero dei nuovi positivi ha superato le 129 unità, come non accadeva dall'inizio di aprile, quando l'infezione era ancora in fase acuta. Anche se nelle ultime 24 ore il dato è nuovamente calato a 42, il governo è corso ai ripari.

L'impennata dei contagi sarebbe dovuta principalmente ad un focolaio scoppiato in una chiesa pentecostale di Linz, nell'alta Austria, frequentata da migranti. Ma l'allarme tocca anche la città di Wels e la sua periferia, nonché l'area circostante di Urfahr.

Per impedire un'ulteriore diffusione dei contagi sono state prese subito severe misure di contenimento. Cinque distretti, da oggi per una settimana, chiuderanno nuovamente scuole, asili e strutture di assistenza. Poi si farà una nuova valutazione osservando la curva epidemiologica. Il ministro della Salute, Rudolf Anschober (Verdi), nel disporre la chiusura degli edifici scolastici, ha definito il recente aumento di nuove infezioni «preoccupante». Mentre il governatore dell'Austria superiore, Thomas Stelzer, ha espresso «l'urgente raccomandazione» di annullare gli eventi in ciascuno dei cinque distretti.

«Il nuovo cluster è un avvertimento per tutti coloro che credevano che la crisi fosse finita», si legge sul Die Presse. Il governatore Stelzer ha quindi fatto appello alle persone affinché continuino ad indossare le mascherine quando sono al chiuso. «Gli eventi saranno sospesi nei cinque distretti fino a nuovo avviso», ha detto. Il ministro si è detto invece molto preoccupato «soprattutto in vista dell'autunno», quando potrebbe esserci una seconda ondata.

«L'aumento al momento è contenuto, ma la cosa non ci rende comunque felici», ha aggiunto invitando i suoi cittadini a prestare attenzione e a rispettare le regole per garantire la propria sicurezza e quella degli altri.

Proprio ieri Vienna aveva diramato un cosiddetto «sconsiglio» per Bosnia Erzegovina, Serbia, Albania, Kosovo, Macedonia

del Nord e Montenegro a causa dell'andamento del Covid, invitando gli austriaci in vacanza in quei paesi a rientrare. Prevista la quarantena per chi proviene da quelle zone o la presentazione di un recente tampone negativo.

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