Hanno poco da esultare i grillini. A parte la colossale figura di palta che il capo dei capi Luigi Di Maio ha fatto, prima chiedendo un confronto tv con Matteo Renzi e poi tirandosi indietro, sarà bene che il M5s faccia al più presto i conti con il Rosatellum. Questo è ciò che emerge da un'interessante analisi a cura dell'Istituto Cattaneo che ha proiettato il voto siciliano di domenica scorsa alle prossime elezioni politiche. Che cosa succederebbe se gli stessi elettori siciliani congelassero le loro preferenze e votassero allo stesso modo anche a livello nazionale? Ebbene, succederebbe quello che il coordinatore azzurro sull'isola Gianfranco Miccichè aveva già previsto subito dopo i primi exit poll: «Vinciamo 22 a zero».
La simulazione dell'Istituto Cattaneo sul voto ottenuto a livello comunale dalle singole liste o coalizioni nelle elezioni regionali siciliane all'interno dei collegi uninominali utilizzati in Sicilia fino al 2001, mostra una vittoria schiacciante e omogenea del centrodestra sull'intero territorio: 21 a 1. Un'esperienza peraltro già vissuta dalla coalizione guidata da Silvio Berlusconi: nelle Politiche del 2001 i partiti di centrodestra conquistarono tutti i 61 collegi della Camera e del Senato assegnati alla Sicilia. Dopo 17 anni e con un sistema partitico profondamente trasformato, Berlusconi e i suoi alleati potrebbero ripetere un simile successo.
Ma a rompere l'assoluto predominio del centrodestra non sarebbe più il centrosinistra ormai sbriciolato da Renzi. È il Movimento 5 stelle che riuscirebbe, secondo questa simulazione elettorale, a strappare almeno un collegio, quello di Siracusa, alla coalizione di Berlusconi. Questa simulazione si basa sul voto alle singole liste o coalizioni che si sono presentate alle Regionali e sappiamo che, nell'intero territorio siciliano, la lista del M5s ha ottenuto un numero inferiore di voti (26,7%) rispetto a quelli raccolti dal suo candidato presidente (34,7%). Quindi, con una diversa simulazione che prendesse in considerazione unicamente il voto ai candidati, la prestazione elettorale del M5s nei collegi uninominali potrebbe migliorare, senza però stravolgere il risultato finale che resterebbe deludente.
Da questa analisi, dunque, gli unici schieramenti che riuscirebbero ad ottenere seggi nei collegi uninominali sarebbero il centrodestra e il M5s. Al centrosinistra non spetterebbe alcun collegio. Cosa diversa se riuscisse, ma qui siamo sulla fantapolitica, a presentarsi di nuovo unito. Allora riuscirebbe a conquistare un solo collegio (Sciacca) e potrebbe giocarsela in almeno altri due o tre (Trapani, Enna e nel territorio di Palermo).
Ovviamente parliamo di tutto questo in linea teorica perché da qui alle prossime elezioni cambieranno molte cose.
Tutto dipenderà dalla qualità dei candidati, dal tipo di campagna elettorale che imposteranno, dai loro programmi, dalle capacità aggregative dei leader nazionali e dalla maggiore o minore mobilitazione degli elettori a favore di uno o più schieramenti. Perlopiù l'elettorato sarà diverso, probabilmente di circa 500mila votanti in più. E tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare. Quello dello Stretto.
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