La colf ucraina massacrata con 40 coltellate

La colf ucraina massacrata con 40 coltellate

Delitto dell'Eur. Il corpo di Oksana Martseniuk devastato da 40 coltellate, il viso irriconoscibile dalle profonde ferite. «C'è stata una violenza inaudita, un quadro tra i più drammatici che abbia mai visto» il commento del professor Giovanni Arcudi, direttore dell'Istituto di Medicina Legale dell'Università di Tor Vergata.

In alcuni casi i tagli si sovrappongono gli uni sugli altri, come emerge dall'autopsia della colf ucraina massacrata da Federico Leonelli, ucciso dagli agenti di polizia intervenuti nel villino in via Birmania. Arcudi tende a escludere un movente a sfondo sessuale. Un'aggressione «rapidissima. Una sequenza di colpi accelerati: Leonelli ha continuato a pugnalare la donna anche dopo la sua morte, sopraggiunta per l'insieme di ferite». Secondo l'esame autoptico la vittima «È stata decapitata quando era già priva di vita, nel tentativo di fare a pezzi il cadavere per portarlo via». Almeno mezz'ora dopo la morte, secondo quanto afferma il medico legale. Non solo. Leonelli si sarebbe accanito sulla poveretta sferrando le quaranta coltellate a pochi secondi di distanza le une dalle altre. Oksana, ferita sul volto, braccia e mani, deve essersi difesa a lungo per cercare scampo. Un quadro lesivo «impressionante» lo definiscono gli anatomo-patologi. Durante l'autopsia sono stati effettuati prelievi per gli esami tossicologici e per verificare se la donna sia stata oggetto di violenza sessuale. Esami tossicologici anche su Leonelli per stabilire se abbia continuato ad assumere psicofarmaci antidepressivi. Ma «i risultati saranno consegnati agli inquirenti tra 15 giorni» dicono i tecnici di laboratorio. Che Leonelli avesse premeditato l'omicidio?

Ipotesi sempre più concreta, stando anche al ritrovamento di sacchi della spazzatura pronti per essere utilizzati per disfarsi del corpo. Il quadro clinico sommato ai dati emersi dai rilievi della polizia scientifica permette di ricostruire la dinamica del delitto.

La colf viene aggredita sul piazzale al piano terra della struttura residenziale, sotto le scale (chiazza di sangue e tracce di trascinamento). Le sue grida mettono in allarme i vicini che telefonano al 113. La donna viene poi trasportata, probabilmente agonizzante, all'interno della tavernetta in cui vive Leonelli. Qui finita sempre a colpi di coltello. A quel punto l'assassino si prepara a far sparire il cadavere. Nel frattempo arrivano poliziotti e vigili del fuoco. Avviene la decapitazione. Leonelli viene «disturbato» dal rumore delle cesoie idrauliche che cercano di sfondare le inferriate.

L'uomo apre la porta al piano superiore e si avventa sugli agenti cercando di guadagnarsi una fuga impossibile. Amit Zarouk, portavoce dell'ambasciata d'Israele, precisa che Federico Leonelli aveva provato a entrare in Israele per arruolarsi ma era stato respinto all'aeroporto di Ben Gurion.

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