
Donald Trump fa un passo indietro nella mediazione tra Russia e Ucraina, mentre il gelo tra le parti allontana l'incontro tra Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky. Sempre più frustrato dallo stallo, il presidente americano si sfila dai colloqui di pace, e come riferiscono al Guardian funzionari della Casa Bianca vuole che Mosca e Kiev organizzino un incontro tra i loro leader senza intervenire direttamente, per ora. In un'intervista al Mark Levin Show martedì, il tycoon ha detto di ritenere che sarebbe meglio per Putin e Zelensky incontrarsi da soli in un primo momento. Da allora ci sono stati pochi segnali tangibili di progressi, e la Casa Bianca non ha ancora una rosa di luoghi dove il faccia a faccia potrebbe svolgersi. Un alto funzionario Usa, quindi, definisce la nuova posizione di Trump una sorta di "atteggiamento attendista", testimoniato anche dal fatto che ha affidato il dossier al segretario di stato Marco Rubio. Il quale ieri aveva in programma di confrontarsi con i consiglieri per la sicurezza nazionale dell'Ucraina e di altri partner europei sul tema delle garanzie di sicurezza.
"È molto difficile, se non impossibile, vincere una guerra senza attaccare il Paese invasore. È come una grande squadra che ha una difesa fantastica, ma non può giocare in attacco. Non c'è possibilità di vincere", scrive poi lo stesso The Donald su Truth. "Così è stato con l'Ucraina. Il corrotto e incompetente Joe Biden non ha permesso a Kiev di attaccare ma solo di difendersi, e come è andata?", prosegue criticando come di consueto il predecessore, e ribadendo come un mantra che "il conflitto non sarebbe mai accaduto se fossi stato presidente". Mentre dal Pentagono, il massimo funzionario politico, Elbridge Colby, avverte un piccolo gruppo di alleati che gli Stati Uniti intendono svolgere un ruolo minimo in qualsiasi garanzia di sicurezza per l'Ucraina, uno dei segnali più chiari che l'Europa dovrà assumersi l'onere di mantenere una pace duratura per Kiev. "Si sta delineando la realtà che sarà l'Europa a far sì che ciò accada sul campo - sottolinea un diplomatico della Nato, secondo Politico - Gli Usa non sono pienamente impegnati in nulla".
E da Mosca, le dichiarazioni del ministro degli Esteri Serghei Lavrov sembrano andare nella direzione di un irrigidimento delle posizioni. La leadership ucraina mostra che "non è interessata a una soluzione sostenibile, duratura e giusta" della guerra - dice - I loro obiettivi sono certamente alimentati "dagli sponsor occidentali e diretti contro quegli sforzi che il presidente Trump sta compiendo", con cui la Russia "collabora attivamente e concretamente". E poi denuncia il "complotto" dei Paesi del Vecchio Continente per cercare di ostacolare il processo di pace in Ucraina così come delineato da Putin e Trump. Il titolare della diplomazia di Mosca definisce anche assolutamente inaccettabile il fatto di fornire garanzie di sicurezza all'Ucraina con un "intervento militare straniero". "Spero vivamente che coloro che coltivano tali piani - prosegue Lavrov - o stanno semplicemente cercando di attirare l'attenzione su di sé, o comprendano che ciò sarà assolutamente inaccettabile per la Federazione Russa e per tutte le forze politiche di buon senso in Europa".
Zelensky, da parte sua, afferma che un incontro con lo Zar del Cremlino sarà possibile solo dopo un accordo sulle garanzie di sicurezza per l'Ucraina, ma "non c'è ancora alcun segnale da Mosca che indichi una reale intenzione di avviare negoziati sostanziali e porre fine a questa guerra". "È necessaria una pressione. Sanzioni severe, dazi elevati", sostiene, avvertendo che la Russia sta potenziando le sue forze sul fronte meridionale.
E il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto, intanto, smentisce con forza che Trump abbia telefonato al premier Viktor Orbán chiedendogli di non ostacolare l'adesione di Kiev all'Ue: "Non è successo, e la nostra posizione non è cambiata: siamo contrari al loro ingresso".