
Un ragazzo di trent'anni è morto ieri a Pescara per arresto circolatorio, nei locali della questura, dopo che i poliziotti avevano usato contro di lui il taser. Il giovane ha accusato un malore ed è stato soccorso dal 118, ma è morto nonostante i tentativi dei medici di rianimarlo. Indagini sono in corso per accertare la dinamica dei fatti ed eventuali responsabilità, anche se sarà necessario attendere l'esito dell'autopsia per capire se c'è stata una correlazione tra l'arresto cardiaco e l'utilizzo della pistola elettrica.
La tragedia è avvenuta ieri mattina dopo l'arresto di Riccardo Zappone, un trentenne con precedenti penali e un passato di tossicodipendenza. Verso le 11 la polizia di Pescara è intervenuta per una rissa in strada nella quale era coinvolto il giovane. Durante l'operazione, ha spiegato la Procura in un comunicato, Zappone ha opposto resistenza a pubblico ufficiale. Per questo gli agenti sono stati costretti a ricorrere alla pistola elettrica per bloccarlo. Sul momento non sarebbe accaduto nulla di grave, la tragedia subito dopo quando il giovane è stato accompagnato nella camera di sicurezza della questura per compiere gli atti di polizia giudiziaria necessari dopo il fermo. È a quel punto che il trentenne ha accusato un malore. È stato prima soccorso dal personale sanitario del 118 e poi trasportato in ospedale al Santo Spirito dove, nonostante le manovre di rianimazione, non è riuscito a riprendersi. Sulla vicenda sono in corso le indagini della Procura di Pescara, delegate alla squadra mobile. Il magistrato ha già disposto l'autopsia, che sarà il medico legale Cristian D'Ovidio a eseguire nelle prossime ore. Al momento non sarebbe emersa una correlazione accertata tra l'utilizzo del taser e l'arresto cardiaco. Eventuali valutazioni della Procura potranno essere fatte soltanto quando l'esame autoptico accerterà le cause del decesso.
Introdotto ufficialmente nel 2022, dopo una travagliata fase di sperimentazione, il taser viene attualmente adottato in diverse città da polizia, carabinieri e guardia di finanza. In alcuni casi le pistole elettriche sono anche in dotazione alla polizia locale. Non è la prima volta che accade un episodio del genere. Quasi un anno fa, nel luglio 2024, a Bolzano la Procura dispose un'inchiesta per accertare le cause della morte di un 42enne in Alto Adige, a seguito di un malore, dopo che i carabinieri avevano usato il taser per fermarlo: l'uomo aveva chiamato lui stesso il 112, ma si era poi rifiutato di far entrare i militari in casa, dando in escandescenze per poi lanciarsi dalla finestra. Nonostante la caduta, si rialzò e tentò di aggredire i carabinieri, che a quel punto usarono il taser. Una volta immobilizzato, il 42enne accusò un malore e morì.
Durante i primi esami autoptici non emersero evidenze macroscopiche che potessero far ricondurre il decesso all'utilizzo della pistola elettrica. Nell'agosto 2023 fu un 35enne con problemi psichiatrici a morire a San Giovanni Teatino (Chieti) dopo essere stato raggiunto da una scarica di taser.