Colpo di mano del ministro dell'Interno. Sulla carta d'identità dei minori tornano padre e madre

Colpo di mano del ministro dell'Interno. Sulla carta d'identità dei minori tornano padre e madre

Roma Archiviata la trovata del «genitore» per non infastidire gay e ultrasinistra. Sulla carta d'identità dei minorenni si torna al tradizionale con la dicitura «madre» e «padre» anziché «genitori»: il provvedimento è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale e la notizia è stata data dal Viminale. Una norma voluta direttamente da Salvini. La modifica pretesa dalla Lega in realtà era stata bocciata dal garante della Privacy, Antonello Soro, per gli «effetti discriminatori» che ne conseguono. E per le coppie dello stesso sesso? Chi fa la madre e chi il padre? Ma tant'è. Si torna allo status quo ante, in barba al politicamente corretto. La legge vigente prevede che in carta di identità compaiano i nomi dei «genitori», mentre la novità fa diventare esplicito il richiamo al sesso e al ruolo dei genitori identificandoli come «padre» e «madre». Per alcuni una gabbia che rende automaticamente esclusi i genitori dello stesso sesso.

Il decreto è stato firmato dal ministero dell'Interno, da quello della Pubblica amministrazione e da quello dell'Economia e porta la data del 31 gennaio 2019. Il provvedimento modifica il testo del decreto del 23 dicembre 2015, con il quale si introduceva, appunto, la dicitura «genitori». La nuova norma prevede la sostituzione del termine «genitori» con «padre» e «madre» ogni qual volta appaia nel decreto che predispone le «modalità tecniche di emissione della carta d'identità elettronica».

Lo scorso novembre era stato lo stesso ministro Salvini a proporre il reintegro di «padre» e «madre», prendendosi il «no» non solo dell'Anci e del Garante della Privacy ma anche degli alleati di governo del Movimento 5 Stelle. Uno strappo, questo, che potrebbe avere delle conseguenze politiche. D'altronde Salvini l'aveva ampiamente preannunciato: «Farò tutto quello che è possibile e previsto dalla Costituzione. Utero in affitto e orrori simili assolutamente no», aveva dichiarato a un giornale cattolico on line lo scorso agosto.

All'epoca Arturo Scotto di LeU aveva mostrato i muscoli: «Salvini prova a cancellare migliaia di famiglie arcobaleno. Non passerà. Anni di conquiste sociali e civili non saranno spazzate via dalla propaganda di un troglodita». Sarà bufera.

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